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Alternative per il socialismo (2018-2019). Vol. 52-53: Regime o rivolte (Dicembre-Maggio) - 9788832826609
Un libro edito da Castelvecchi, 2019
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Alternative per il socialismo (2018-2019). Vol. 52-53: Regime o rivolte (Dicembre-Maggio)
- Editore: Castelvecchi
- Collana: RIVISTE
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: scienza politica
- Argomento : Socialismo
- Pagine: 304
- Volume: 52-53
- ISBN-10: 8832826607
- ISBN-13: 9788832826609
Alternative per il socialismo (2018-2019). Vol. 52-53: Regime o rivolte (Dicembre-Maggio): Gli attuali luoghi della rappresentanza politica nelle istituzioni costituiscono un ostacolo piuttosto che un'opportunità per la rinascita. La loro riforma, cioè la costruzione di un nuovo assetto democratico in Europa, va di pari passo con la costruzione di una soggettività sociale e politica antagonista e delle sue nuove istituzioni di democrazia partecipata. Nessuno pensa che a qualsiasi movimento nascente possa essere affidata la soluzione del problema, ma io credo che solo a partire dai conflitti sociali che si aprono, dai movimenti nascenti, dalle rivolte che si producono, e solo al loro interno possa essere cercata la soluzione del problema. Per questo era necessario provarci nei grandi moti di piazza in Grecia come in Spagna, in Francia come negli Stati Uniti. Ovunque si apra una breccia, per la quale può nascere anche un movimento di più lunga durata come quello delle donne su cui l'esperienza di "non una di meno" suggerisce di continuare a riflettere. Provare e riprovare come suggeriva di fare Antonio Gramsci. La tesi secondo la quale siccome questi movimenti, dagli Indignados a Occupy Wall Street, passando per Nuit debout, hanno una relativamente breve durata, non possono dare i frutti attesi dagli stessi protagonisti, è una tesi miope. [...] Nel caso dei Gilets jaunes risalta da quella lotta, di fronte all'impotenza e, sostanzialmente, all'ininfluenza della sinistra politica in Italia come in Francia, la forza d'urto della lotta della piazza. Il governo Macron subisce uno scacco, deve confessarsi in errore, ripiegare, proporre compromessi e persino disporsi a ch
The current places of political representation in the institutions are an obstacle rather than an opportunity for rebirth. Their reform, that is, the construction of a new democratic structure in Europe, goes along with the construction of a social and political subjectivity antagonistic and its new institutions of participatory democracy. No one thinks that any nascent movement can be entrusted with the solution of the problem, but I believe that only from the social conflicts that open up, from the rising movements, from the riots that are produced, and only within them can be sought the Solution to the problem. For this reason it was necessary to try in the great motions of square in Greece as in Spain, in France as in the United States. Wherever There is a breach, for which there can be a movement of longer duration like that of women on which the experience of "not one less" suggests to continue to reflect. Try it and try again as Antonio Gramsci suggested. The thesis that since these movements, from Indignados to Occupy Wall Street, passing through Nuit debout, have a relatively short duration, can not give the expected fruits of the protagonists themselves, is a shortsighted thesis. [...] In the case of the Gilets Jaunes stands out from that struggle, in the face of impotence and, basically, the ininfluence of political left in Italy as in France, the force of shock of the struggle of the square. The Macron government suffers a check, must confess in error, fall back, propose compromises and even arrange to CH
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