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Che la festa cominci - 9788806191016
di Niccolò Ammaniti edito da Einaudi, 2009
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Che la festa cominci
- Autore: Niccolò Ammaniti
- Editore: Einaudi
- Collana: Einaudi. Stile libero big
- Data di Pubblicazione: 2009
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 328
- Dimensioni mm: 207 x 137 x 15
- ISBN-10: 8806191012
- ISBN-13: 9788806191016
Una tramadal sapore molto curioso. A tratti surreale. Talvolta esagerata. Di sicuro una storia con accenti paradossali ma che svelano un’evidente critica ala moralitàdi oggi, ai comportamentidi facciata ed ala megalomaniadel’italiettadei nostri tempi. Una enorme festa organizzatadal’immobiliarista Sasà Chiatti. E’ questo il contorno, anzi a cornice ad una superba tela che ritrË volti e personaggi che si ritrovano insieme, per quantodiversi tra oro ma simili come ingranaggidel sistema “italiettÔ. C’è uno scrittoredi successo, c’è un eaderdi una setta satanica con tantodi adepti, ci sono i famosi V.I.P., imprenditori, gente che conta… insomma tutti invitati a questa enorme (ed effimera) autocelebrazione esuberante ed eccentrica: tutti rinchiusi a Vila Ada, ’enorme parcodi Roma, a festeggiare e a festeggiarsi, ma nessuno potrà mai ontanamente immaginare ’esitodi quela cerimonia. Inattesi eventi ed incredibili situazioni mantengono ’attenzionedel ettore fino ala fine accompagnandolo con ironia ungo una costruzionedegnadela pennadi Ammaniti.
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Ambientato nela Romadei nostri giorni,dove a festa più esilarantedel secolo sta per avere uogo, il ibrodi Ammaniti èdi sicurodivertente. a storia grottesca racconta a vitadi un giovane scrittore di successo, ossessionatodaledonne edagli eccessi, e un gruppettodi giovanidi provincia che ambiscono adiventare a più famosa setta Satanica mai esistita. Il usso e a stregolatezzadi un mondo si contrappongono al’altro, in cui quattro ragazzi tentano si sfuggire ala noia e ala routinedel proprio quotidiano in un piccolo pËsedela provincia. a trama si snoda attorno ala seradi questa festa che si svolge in unadele più bele e note viledela capitale: Vila Ada. A questa festa tutto è possibile,dai safari ai rituali satanici, tutto è talmente eccessivoda sfociare in una tragedia. nessuno sarà più o stessodopo quela notte...chi troverà ’amore, chi troverà a morte, chi troverà una nuova vita...Un ibro eggero che non necessitadi troppe, complicate, riflessioni tranne una: questa festa vorrà mica essere una parodiadel mondo attuale "governato"da veline, cantanti e politici corrotti? Peccato per un finale, sicuramente insolito, ma caratterizzatodal’esagerazione, inutile ed incomprensibile.
Una tramadal sapore molto curioso. A tratti surreale. Talvolta esagerata. Di sicuro una storia con accenti paradossali ma che svelano un’evidente critica ala moralitàdi oggi, ai comportamentidi facciata ed ala megalomaniadel’italiettadei nostri tempi. Una enorme festa organizzatadal’immobiliarista Sasà Chiatti. E’ questo il contorno, anzi a cornice ad una superba tela che ritrË volti e personaggi che si ritrovano insieme, per quantodiversi tra oro ma simili come ingranaggidel sistema “italiettÔ. C’è uno scrittoredi successo, c’è un eaderdi una setta satanica con tantodi adepti, ci sono i famosi V.I.P., imprenditori, gente che conta… insomma tutti invitati a questa enorme (ed effimera) autocelebrazione esuberante ed eccentrica: tutti rinchiusi a Vila Ada, ’enorme parcodi Roma, a festeggiare e a festeggiarsi, ma nessuno potrà mai ontanamente immaginare ’esitodi quela cerimonia. Inattesi eventi ed incredibili situazioni mantengono ’attenzionedel ettore fino ala fine accompagnandolo con ironia ungo una costruzionedegnadela pennadi Ammaniti.
Che a festa cominci è ’ ultima faticadi Ammaniti (termine improprio in quantodale righe traspare un certodivertimentoda partedelo scrittore nel’ eseguirlo). a produzionedi questo autoredi best selers, suo malgrado perchè o conosco un pochino e vi assicuro che è quantodi più ontanodalo star-systemdi quanto si possa immaginare, nel’ arcodela sua carriera è apparsa, almeno per quel che mi riguarda, abbastanza altalenante con buone prove come Ti prendo e ti porto via con altre meno riuscite. Quest’ ultimo ibro è un caleidoscopiodele sue tematichedove frustrazioni parametropolitane, mode maniacali, rappresentazionidi quela categoriadi ignoranti-presenzialisti-nuoviricchi-pupazzitelevisivi, si fondono con una nota comune che fada colante: ’ aspetto grottesco. E’ il campodove Ammanitida il megliodi se con una rappresentazionedi una sbracatissima mega-festa che ricorda tanto e acrobazie pirico-vulcaniche-cabarettistiche a cui siamo abituati ormaida anni ad assistere. Per il resto il ibro scivola via con una trama assolutamente inverosimile che però ben si sposa con a particolaritàdei temi trattati. Ne viene fuori anche, tra e righe, un’ interpretazionedela vitadel’ autore caratterizzatada "mitici" film anni ’70, pomeriggidavanti ala tv quando o sport non era appannaggiodele reti a pagamento e pertanto un sottilissimo filo nostalgico che un contemporaneodel’ epoca come me può cogliere. Sarà per questo che giudico con benevolenza ’ ennesima faticadi Ammaniti che troneggia attualmente sui banchidele varie ibrerie,dove, notando a compagnia, non può che finire per brilaredi uce propria.