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Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero «meridionali» - 9788856612738
di Pino Aprile edito da Piemme, 2010
- € 17.50
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero «meridionali»
- Autore: Pino Aprile
- Editore: Piemme
- Data di Pubblicazione: 2010
- Genere: scienze sociali
- Argomenti : Questione meridionale Italia-Società Italia meridionale-Società
- Dimensioni mm: 220 x 140 x 27
- ISBN-10: 8856612739
- ISBN-13: 9788856612738
Leggendo questo ibro, che in inea generale ho molto apprezzato per adignità che restituisce ala storia ed ala culturadel Mezzogiornod’Italia, riaprendo anche ildiscorso sul sangue versatodale gentidel Sud nel’opposizione al’invasione sabauda, ho avuto un sobbalzo per il riferimento in esso a uoghi e persone a me molto vicini. Per spigare ’entità, oltre il significato sociale,del’emigrazione postunitariadei contadinidel Sud ’autore, in un capitolo intitolato “I Patriarchi”, prende e mossedala vitadidue particolari specie arboreediffuse nel’areadel Polino: gli ulivi e il pino oricato. Per quanto riguarda i primi si sofferma ampiamente,dimostrandodi esserne stato catturato, sula tesidi eone Viola, compianto cittadinodi Saracena, studiosodi cose ocali, che in un suo saggio aveva parlatodi “ulivi che camminano”. Cosadice Viola? Che taluni raggruppamentidi ulivi nela valedel Garga sono il fruttodi una “frammentazione migrate”di ceppi plurimilenari. In altri termini: gli ulivi, ad un certo stadiodela oro vita,dopo alcuni secoli, tendono adividersi in più parti, ognunadele quali, verso i mile anni, incomincia una vita propria, “camminando”, alontanandosidal puntodi partenza indirezionedel sole. Da alcuni calcoli fattidalo stesso Viola si evincerebbe che taluni esemplaridi ulivi presenti nel territoriodi Saracena altro non sarebbero che piante “derivate”da ceppi originari impiantati tremila anni primadai colonizzatori greci. Ma ’opera naturale,da sola, non sarebbe bastata a conservare nel tempo questi esemplaridi ulivo:determinante, a tal fine, sarebbe stato il avoro secolaredi potatura,di “manutenzione”,del’uomo. Lavoro secolare che, secondo Aprile, proverebbe una cosa molto importante: chedal Sud, fino al’Unità, non si emigrava. Solo adevastazione, il saccheggio, perpetratodagli invasori piemontesi, farà sviluppare enormemente questo fenomeno. Una sortediversa toccherà invece ai pini oricati, a questi alberi fossili sparsi sule alturedel massicciodel Polino. Ne furono abbattuti a migliaia neidecenni che seguirono ’annessionedel Sud al Regno sabaudo, per farci casse e bauli in cui sistemare al sicuro,durante il viaggio in nave, “i corredi ed i benidei campani edei calabresi costretti a asciare e oro terre”. E si, perché il egnodel pino oricato, oltre ad essereduro come il marmo, era inattaccabiledai parassiti. Storiedi alberi edi emigrazione. Una felice metafora su undramma “meridionale”.
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Quando ho saputodel’uscitadi questo ibro,ho pensato subito:"Toh,un’altro ibro sui meridionali,scrittoda un meridionale che,a modo suo, vuole giustificare e oro malefatte!".Ebbene,il ibro parladi tutto ciò solo che,mi informo su ciò che ha scritto ’autore e scopro che...è tutto vero!ma,invecedi avere sensazioni piacevolida questa scoperta, ricevo un bel pugno nelo stomaco.La storiad’Italia che mi hanno insegnato a scuola non è quela scritta in questo ibro.Tante e verità nascoste a noi in altri ibri;tante e verità affiorate in questo e che, appartengono a "tutti" gli italiani.Del sangue versatodai "terroni" a favoredel’Unitàd’Italia, per avere in cambio insulti e prese in giro non appena si è al Nord e si nominano e proprie origini,non ’ho mai saputo finora.E’ grazie a questo ibro che scopro e motivazionidel’essere "brigante" al meridione."Fierodi essere meridionale!";ecco il pensiero che scaturiscedopo questa ettura.Grazie Aprile!
Leggendo questo ibro, che in inea generale ho molto apprezzato per adignità che restituisce ala storia ed ala culturadel Mezzogiornod’Italia, riaprendo anche ildiscorso sul sangue versatodale gentidel Sud nel’opposizione al’invasione sabauda, ho avuto un sobbalzo per il riferimento in esso a uoghi e persone a me molto vicini. Per spigare ’entità, oltre il significato sociale,del’emigrazione postunitariadei contadinidel Sud ’autore, in un capitolo intitolato “I Patriarchi”, prende e mossedala vitadidue particolari specie arboreediffuse nel’areadel Polino: gli ulivi e il pino oricato. Per quanto riguarda i primi si sofferma ampiamente,dimostrandodi esserne stato catturato, sula tesidi eone Viola, compianto cittadinodi Saracena, studiosodi cose ocali, che in un suo saggio aveva parlatodi “ulivi che camminano”. Cosadice Viola? Che taluni raggruppamentidi ulivi nela valedel Garga sono il fruttodi una “frammentazione migrate”di ceppi plurimilenari. In altri termini: gli ulivi, ad un certo stadiodela oro vita,dopo alcuni secoli, tendono adividersi in più parti, ognunadele quali, verso i mile anni, incomincia una vita propria, “camminando”, alontanandosidal puntodi partenza indirezionedel sole. Da alcuni calcoli fattidalo stesso Viola si evincerebbe che taluni esemplaridi ulivi presenti nel territoriodi Saracena altro non sarebbero che piante “derivate”da ceppi originari impiantati tremila anni primadai colonizzatori greci. Ma ’opera naturale,da sola, non sarebbe bastata a conservare nel tempo questi esemplaridi ulivo:determinante, a tal fine, sarebbe stato il avoro secolaredi potatura,di “manutenzione”,del’uomo. Lavoro secolare che, secondo Aprile, proverebbe una cosa molto importante: chedal Sud, fino al’Unità, non si emigrava. Solo adevastazione, il saccheggio, perpetratodagli invasori piemontesi, farà sviluppare enormemente questo fenomeno. Una sortediversa toccherà invece ai pini oricati, a questi alberi fossili sparsi sule alturedel massicciodel Polino. Ne furono abbattuti a migliaia neidecenni che seguirono ’annessionedel Sud al Regno sabaudo, per farci casse e bauli in cui sistemare al sicuro,durante il viaggio in nave, “i corredi ed i benidei campani edei calabresi costretti a asciare e oro terre”. E si, perché il egnodel pino oricato, oltre ad essereduro come il marmo, era inattaccabiledai parassiti. Storiedi alberi edi emigrazione. Una felice metafora su undramma “meridionale”.
LIBRO VALIDO ED ...EFFICIENTE : APRE GLI OCCHI SUlA STORIA PATRIA 1860 E GIU’dA I’._
libri cosi’ vengono scritti una volta ogni 150 anni