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La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme - 9788807892974
di Hannah Arendt edito da Feltrinelli, 2019
- Prezzo di Copertina: € 13.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme
- Autore: Hannah Arendt
- Editore: Feltrinelli
- Collana: Universale economica. Saggi , Nr. 9297
- Edizione: 30°
- Data di Pubblicazione: 2019
- Genere: storia d'europa
- Argomenti : Eichmann, Adolf Campi di concentramento Ebrei-Storia
- Pagine: 348
- Traduttore: Bernardini P.
- Dimensioni mm: 202 x 0 x 10
- ISBN-10: 8807892979
- ISBN-13: 9788807892974
La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme: Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.
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"L’antisemitismo perde il suo contenuto nela politicadi sterminio, perché o sterminio non sarebbe cessato, non ci fosse rimasto che un solo ebreoda uccidere. In altri termini: o sterminio per sé è più importantedel’antisemitismo odel razzismo" scriveva Hannah Arendt al’amica Mary Mac Carthy, ospite in Italiadi Nicola Chiaromonte. Ciò che sostiene questo brandelod’una missima trascritta e rubata ala storia ed al silenziodei rapporti privati è che, ciò chedavvero importa, non è chidiviene oggettodi persecuzione ed odio razziale ma ’odio razziale (e a persecuzione che nederiva) in quanto tale. Naturalmente vergognosa è a stela affissa ad una urida tela a righe; vergognosa è a seriedi cifre impresse a marchio sul bracciodi uomini edonne; vergognosa è ogni singola etteradi ogni singolo terminedi ogni singolo fiato emessoda nazismo e fascismo ma - come ci spiega a Arendt - "lo sterminio non sarebbe cessato" giacché a banalitàdel male appartiene al’uomo in quanto uomo. ’odio non sarebbe terminato con ’ultimo ebreo,dimostra a Arendt: sarebbe terminato con ’ultimo uomo puntato nela suadebolezza, nela sua fragilità, nela sua egualediversità. ’La banalitàdel male’ (capolavoro che va etto e riletto con moto costante,di anno in anno) è analisi nondi un solo totalitarismo madi goni totalitarismo che fa -dela minoranza - ’oggettodela propria violenza,dela propria barbarie.
Un reportage ucido e veritiero sul processo al criminaledi guerra Adolf Eichmann, ’uomo a cui toccò ’espressione "banalitàdel male" stando a significare con ciò una figura importante al’internadela macchinadi sterminio nazista, ma incapacedi iniziativa senza ordini specifici, il male assoluta chediventadunque banale nela personadi Eichmann. a giornalista Harendt riporta gli estrattidel processo, con opportune parentesi per evidenziare che un processo a un nazistada partedi ebrei non poteva che essere una sortadi "farsa", una cosa il cui unico fine era scaricare ’intera responsabilitàdela mortedi milionidi persone sul capodi un solo uomo, cosa impossibile comedimostra a giornalista nel suo ibro, visto che a gerarchiadel Terzo Reich era molto complessa e ci sono provedel fatto che ognuno, nel suo piccolo, ha avuto una parte nel’Olocausto e che Eichmann abbia avuto senz’altro a propria responsabilità, ma che non è stato il capro espiatorio che gli ebrei hanno tentatodi far credere processandolo e impiccandolo a Gerusalemme.