SpazioLiberoBlog (2016). Vol. 2 - 9788892660830

SpazioLiberoBlog (2016). Vol. 2: Uno spazio libero, un luogo aperto in cui confrontare le idee. Può sembrare persino banale in un mondo normale. Ma viviamo in un mondo normale? Siamo in un'epoca in cui al ragionamento si va sostituendo sempre più l'urlo, l'insulto, la prevaricazione. La tv ci offre, soprattutto con i talkshow, spettacoli che non costituiscono certo esempio di civiltà. Facebook, nel suo uso distorto, rischia sempre più di diventare un luogo in cui per avere ragione dell'interlocutore ogni mezzo sembra legittimo: la denigrazione, l'irrisione, l'invettiva, la totale assenza di rispetto. Il patrimonio delle idee, la cultura stessa, vengono emarginati e molti che potrebbero dire la loro, si tengono lontani dall'impegno nella società e nel mondo della comunicazione per non correre il rischio di essere coinvolti in situazioni intollerabili. Si perde così l'impegno collettivo, il senso della comunità come luogo in cui trovare comuni ragioni di convivenza, di dialogo e di confronto. Si può tentare di andare controtendenza, offrendo un luogo, uno spazio, in cui esercitare l'antica, civile pratica del confronto senza insulti e prevaricazioni, in cui chi ha da offrire idee e voglia esprimerle può farlo liberamente? Questa è la nostra sfida. Un blog aperto a tutti e a tutte le idee, un luogo della tolleranza, dei rapporti e del dialogo anche quando le idee sono radicalmente diverse.
A free space, an open space in which to compare ideas. It may seem even trivial in a normal world. But we live in a normal world? We are in an era in which the reasoning you go replacing more and more the shriek, the insult, the prevarication. Tv offers us, especially with the talkshow, shows that do not constitute some example of civility. Facebook, in its misuse, may increasingly become a place in which to be right of the interlocutor all means seems legitimate: the denigration, ridicule, invective, the total lack of respect. The wealth of ideas, the culture itself, are marginalized and many who could have their say, you take away from our commitment to society and the world of communication to avoid the risk of being involved in intolerable situations. You lose the collective commitment, a sense of community as a place to find common reasons for coexistence, dialogue and discussion. You can try to go counter trend, providing a place, a space in which to exercise the ancient, civilized practice of confrontation without insults and abuses, in which who has to offer ideas and wants to express them may do so freely? This is our challenge. A blog open to all and to all ideas, a place of tolerance, of reports and of the dialogue even when the ideas are radically different.