Confessioni di una macchina per scrivere. La pubblicità tra visione di marca e visione del mondo - 9788820742447

Confessioni di una macchina per scrivere. La pubblicità tra visione di marca e visione del mondo: Un ex pubblicitario scrive della propria esperienza professionale per stimolare una riflessione sulla comunicazione di massa, la sua evoluzione negli ultimi decenni, le sue formule, il suo slang, la sua degenerazione pubblicitaria. Uno sguardo disincantato sull'uso e l'abuso dei linguaggi parole, immagini, eventi, mode - che contribuiscono a formare o a modificare la percezione pubblica del reale. Da un osservatorio atipico - i laboratori della comunicazione commerciale - l'autore spia fatti e comportamenti che riguardano solo in parte il proprio mestiere, ma che proprio nelle pratiche pubblicitarie trovano un fondamento e una spiegazione. Un tempo definita persuasione occulta, la pubblicità si libera di qualche velo spogliando però, allo stesso tempo, il mondo che la ospita e che non può fare a meno di lei: quello dei mass media. Senza scivolare nei cliché o in facili moralismi, l'autore si interroga sulle differenze, talvolta rilevanti, tra ciò che appare e il suo significato; indaga sulla comunicazione in generale e sui suoi effetti, tentando di stabilire un rapporto di corrispondenza tra il disimpegno estetico e la deriva dei valori.
A former advertising Executive writes of his professional experience to stimulate a reflection on the mass media, its evolution in recent decades, its formulas, its slang, its degeneration. A look blas?? about the use and abuse of language-words, images, events, mode-that help to form or to change the public perception of reality. From an Observatory atypical-commercial communication laboratories-the author only facts and behaviors that relate to spy on their craft, but that just in advertising practices are a foundation and an explanation. A definite time hidden persuasion, publicity gets rid of any veil stripping though, at the same time, the world that is hosting it and cannot do without her: that of mass media. Without slipping into clich??s or easy moralism, the author is wondering about the differences, sometimes significant, between what appears and its meaning; investigates the communication in General and its effects, trying to establish a relationship of correspondence between aesthetic disengagement and drift values.