Quando c'era il futuro. Tracce pedagogiche nella fantascienza - 9788820450885

Quando c'era il futuro. Tracce pedagogiche nella fantascienza: La fantascienza inventa mondi, crea forme di vita, mette in scena futuri possibili; anche l'educazione è un'attività che crea futuro per gli esseri umani. Porre a contatto questi due campi del sapere può essere una sfida interessante. Pensando l'educazione come sfida utopica per mettere al mondo esseri umani che provino a cambiare il mondo, questo testo interroga il genere letterario proprio di Asimov, Dick, Le Guin, Simak e tanti altri proprio nelle sue declinazioni più prossime alla politica e all'utopia. La grande narrativa fantascientifica nei suoi temi più rilevanti (il rapporto con il tempo, l'ecologia, le relazioni di genere, gli esseri artificiali e robotici, il gioco delle generazioni e altri) ci aiuta infatti a trattare argomenti che ritroviamo in modo potente nelle riflessioni pedagogiche. Ne nasce una vera e propria "doppia lettura" che affianca all'analisi letteraria e storica (Barbieri) una sottolineatura pedagogica (Mantegazza), nell'ottica di quella contaminazione tra generi e saperi che ci sembra sempre più strategica per il futuro delle scienze umane.
Science fiction invented worlds, create life forms, stages possible futures; education is an activity that creates the future for humans. Put in contact these two fields of knowledge can be an interesting challenge. Thinking about education as utopian challenge to give birth to human beings who are trying to change the world, this text queries the literary genre precisely by Asimov, Dick, Le Guin, Simak and more precisely in its forms closer to politics and utopia. The great science fiction in its most relevant topics (the relationship with time, ecology, gender relations, robotic and artificial beings, generations and others) helps us to address topics that are so powerful in pedagogical reflections. The result is a real "double reading" alongside literary and historical analysis (Barbieri) pedagogical underlines (Maan), with a view to the contamination between genres and forms of knowledge that seems increasingly strategic for the future of the humanities.