Automatismi. Opera completa - 9788825522341

Automatismi. Opera completa: Già stampata artigianalmente nel 2010 in poche decine di copie destinate alle biblioteche, questa raccolta conosce ora un'edizione aperta. Svelando le cronache della vera vita d'un uomo, la pubblica diffusione ha lo scopo di riaffermare il valore dell'ellittico e ritmico ruolo narrativo che la poesia ha sempre svolto, prima che nel Novecento esso andasse esaurendosi dopo Gozzano. Con l'Avanguardia le tecniche compositive musicali e figurative hanno travolto la tecnica compositiva poetica. La poesia italiana dell'ultimo mezzo secolo è decaduta in una condizione desolante. Ogni forma di vita intima è oggi sopraffatta dall'opinione pubblica e dalla tempestività delle cronache; ma da almeno mezzo secolo uomini in fuga da se stessi sono per giunta riusciti a far fuggire i lettori dalla poesia. Si assiste così al clamoroso risultato di un'agonia per overdose altrimenti sconosciuta alla storia della nostra letteratura. Fra XV e XVI secolo già si vide la poesia languire, ma non per l'idropisia delle inezie che, per un altro verso, distingue la nostra epoca dall'obesità ipercorrettiva del Seicento. Criticismo e formalismo hanno bandito l'interesse per la soggettività e i contenuti. Già con Mallarmé e con Rimbaud, malgrado la lezione di Baudelaire, prese piede il tipo di composizione farraginosa o enigmistica o virtuosistica destinata a evolversi in ricetta, in ricamo o in tinteggiatura. Le sue fortune sono state assecondate e persino promosse dalla critica, in conformità al ruolo sociale tanto più tecnico quanto più superfluo dell'intellettuale umanista, così che critica e poesia or
Already hand-printed in 2010 in a few dozen copies for libraries, this collection now has an open edition. Unveiling the chronicles of the true life of a man, the public diffusion aims to reaffirm the value of the elliptical and rhythmic narrative role that poetry has always played, before it was exhausted after Gozzano in the twentieth century. With the Vanguard, musical and figurative compositional techniques overwhelmed the poetic compositional technique. The Italian poetry of the last half century has fallen into a bleak condition. Every form of intimate life is today overwhelmed by public opinion and the timeliness of the chronicles; but for at least half a century, men fleeing from themselves have managed to get readers away from poetry. Thus we witness the resounding result of an overdose agony otherwise unknown to the history of our literature. Between the 15th and 16th centuries we already saw poetry languishing, but not because of the hydrophiasy of trifles that, in another way, distinguishes our age from the hypercorrect obesity of the seventeenth century. Criticism and formalism have banned interest in subjectivity and content. Already with Mallarmé and Rimbaud, despite Baudelaire's lesson, the kind of farcical or enigmatic or virtuosic composition destined to evolve into recipe, embroidery or tincture took hold. His fortunes have been pandered to and even promoted by critics, in accordance with the social role all the more technical and superfluous of the humanist intellectual, so that criticism and poetry or