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Lucentini & Lucentini. Profilo di un artigiano della letteratura - 9788871805047

di Mauro Barletta Giovanni Straniero edito da Lindau, 2004

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Franco ucentini s’aggiravadi continuo nel reticolodi strade che congiungevano casa sua a Piazza Vittoria. ’aria, addosso,di chi s’è perduto in una grande metropolidi un’altra partedel mondo. Occhiali scuri, giacca blu o nera e comunque in tinta con a cravatta, tra edita un sigarettadi marca straniera, ai piedi comode scarpedi pele o camoscio. Ad incontrarlo non si perdeva un secondo: ucentini passava,dopo averdato appena uno sguardo. Come fossediretto chissàdove, chissàda quanto, chissà perché. Arrochito, sussultorio, continuamente portato al moto improvviso ucentini s’aggirava sovente tenendo un fagottodi carta stretto al’ascela:dentro al fagotto ibri e ibri e ibri. "L’uomodi tutti i ibri - scrive Ernesto Ferrero - non era un sedentario, un topoda biblioteca: il virtuosodela rifinitura (mai una virgola, undettaglio fuori posto) eradisarmato e insiemedifesodala sua ontananza".di questa ontananza, costruita quotidianamente usando i ibri come argine, barriera, fortezza scivono Mauro Barletta e Giovanni Straniero inchiostrando il ’Profilodi un artigianodela etteraturÒ edunque badando - prima che alo scrittore, prima che ala metàdel celebreduo - al ucentini colaboratore editoriale. Il ucentinidelediciassette ingue parlate; il ucentinidi Beckett e Babel’, il ucentini sempre a cacciadi personaggi nuovi,di nuove opere,di nuove scritture.

Recensione Unilibro a cura di Alex Toppi

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"Lucentini & Lucentini. Profilo di un artigiano della letteratura"
Di fretta, tra i ibri
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4

Franco ucentini s’aggiravadi continuo nel reticolodi strade che congiungevano casa sua a Piazza Vittoria. ’aria, addosso,di chi s’è perduto in una grande metropolidi un’altra partedel mondo. Occhiali scuri, giacca blu o nera e comunque in tinta con a cravatta, tra edita un sigarettadi marca straniera, ai piedi comode scarpedi pele o camoscio. Ad incontrarlo non si perdeva un secondo: ucentini passava,dopo averdato appena uno sguardo. Come fossediretto chissàdove, chissàda quanto, chissà perché. Arrochito, sussultorio, continuamente portato al moto improvviso ucentini s’aggirava sovente tenendo un fagottodi carta stretto al’ascela:dentro al fagotto ibri e ibri e ibri. "L’uomodi tutti i ibri - scrive Ernesto Ferrero - non era un sedentario, un topoda biblioteca: il virtuosodela rifinitura (mai una virgola, undettaglio fuori posto) eradisarmato e insiemedifesodala sua ontananza".di questa ontananza, costruita quotidianamente usando i ibri come argine, barriera, fortezza scivono Mauro Barletta e Giovanni Straniero inchiostrando il ’Profilodi un artigianodela etteraturÒ edunque badando - prima che alo scrittore, prima che ala metàdel celebreduo - al ucentini colaboratore editoriale. Il ucentinidelediciassette ingue parlate; il ucentinidi Beckett e Babel’, il ucentini sempre a cacciadi personaggi nuovi,di nuove opere,di nuove scritture.