Con un occhio aperto - 9788806230982

Con un occhio aperto: Sono le parole di un grande scrittore e non di un professionista del mondo delle arti figurative o di un accademico, quelle che Julian Barnes mette in conversazione con le immagini di alcune grandi opere del canone occidentale tra il 1850 e il 1920, dal maturo Romanticismo fino al Modernismo e oltre. Il punto di partenza è il dipinto noto come La zattera della Medusa di Géricault, di cui Barnes segue le fonti storiche nel naufragio della fregata francese Meduse nel luglio del 1816, per spostarsi poi sulla storia dei bozzetti preparatori e dell'autoreclusione del pittore per otto mesi durante il lavoro sulla grande tela, fino a offrire risposta su che cosa trasformi la catastrofe in arte, dopo aver trasformato l'evento in immagine. I saggi trattano dipinti di Manet, Bonnard, Vuillard, Degas, Cézanne, ma anche di Vallotton, Braque, Picasso e Magritte, fino agli inquieti ritratti di Lucian Freud, con la loro spietata ricerca dell'anima della carne, e al gigantismo giocoso di certa Pop Art destinata, nel giudizio di Barnes, a invecchiare male e approdare a una senilità precoce e un tantino ridicola. Si tratta di testi eruditi e brillanti che garantiscono tuttavia un piacere ulteriore a chi vi si accosta, quello di suggerire in controluce alle figure descritte potenziali personaggi o scene di romanzi di Barnes. Accade con l'analisi di certi interni borghesi di Vuillard, con l'attenzione tutta narrativa riservata alla posizione dei piedi nel dipinto di Manet L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano; accade nel racconto delle vite a confronto di Braque e Picasso. Barnes si sbilan
These are the words of a great writer and not of a professional in the world of the figurative arts or an academic, those that Julian Barnes puts in conversation with images of some great works of the Western canon between 1850 and 1920, from the mature Romanticism up to Modernism and beyond. The starting point is the painting known as The Raft of the Medusa by Géricault, of which Barnes follows the historical sources in the shipwreck of the frigate French Meduse in July 1816, and then moving on to the history of preparatory sketches and self-reclusion of the Painter for eight months while working on the big canvas, until offering an answer on what turns catastrophe into art, after turning the event into an image. The essays deal with paintings by Manet, Bonnard, Vuillard, Degas, Cézanne, but also of Vallotton, Braque, Picasso and Magritte, to the restless portraits of Lucian Freud, with their ruthless search for the soul of the flesh, and the playful gigantism of certain Pop Art intended, in Barnes's judgment, to age badly and arrive at an early and somewhat ridiculous senility. These are erudite and brilliant texts that nevertheless guarantee an additional pleasure to those who approach them, that of suggesting in the backlight to the figures described potential characters or scenes of Barnes' novels. It happens with the analysis of certain bourgeois interiors of Vuillard, with the entire narrative attention reserved for the position of the feet in Manet's painting The execution of Emperor Maximillaby; happens in the tale of lives compared to Braque and Picasso. Barnes undocks