Quello che non vedo di mio figlio. Un nuovo sguardo per intervenire senza tirare a indovinare - 9788807889950

Quello che non vedo di mio figlio. Un nuovo sguardo per intervenire senza tirare a indovinare: Un pregiudizio è un errore che si ripete all'infinito, e i ragazzi ne sono le vittime preferite. La psicologia, spesso inconsapevolmente, si è resa complice di questa deriva, contribuendo al loro inscatolamento all'interno di categorie remote, create quando si andava ancora con la carrozza a cavalli e la speranza di vita non superava i cinquant'anni. Basterebbero queste affermazioni per renderci prudenti sulla pretesa di risolvere tutto con un libro: il rischio di rimanere delusi è dietro l'angolo, perché troppi cancelli, pesanti, si sono chiusi nel frattempo intorno ai ragazzi. Occorre fare di più, per evitare questo rischio. Ricordare, innanzitutto, che i ragazzi non sono una categoria sociale ma individui, quindi se smettiamo di identificarli con il "voi", pensandoli come gruppo indistinto, e passiamo al "tu", facendone delle persone, siamo sulla buona strada. Possiamo, o forse dobbiamo, rifare il percorso cancellando tutti i cartelli indicatori che ci portano fuori strada e piantandone di nuovi. Non è difficile: basta capire dove volgere lo sguardo, e così si potranno fare scoperte sorprendenti e finalmente incontrare i nostri figli per quello che sono davvero e non per quello che ci siamo messi in mente da prima che nascessero. Un libro per sfuggire al pregiudizio che deforma gli sguardi di noi adulti e trasforma i nostri figli in oggetti misteriosi, spesso in estranei.
A prejudice is a mistake that is repeated endlessly, and the kids favorite victims. Psychology, often unconsciously, has become an accomplice to this trend, contributing to their remote, create categories when boxing was still with horse carriage and life expectancy did not exceed 50 years. These statements would be enough to make us cautious about claiming to solve everything with a book: the risk of disappointment is around the corner, because too many gates, heavy, you are locked in the meantime around the boys. More needs to be done, to avoid this risk. Remember, first, that the boys are not a social category but individuals, so if we identify them with the "you" thinking as a group indistinct, and switch to "you", making of the people, we are on track. We can, or perhaps we should redo the path by deleting all the signs that lead us astray and new changes. It is not hard: just figure out where to look, and so you can make amazing discoveries and finally meet our children for what they really are and not for what we got in minds from before they were born. A book to escape the prejudice that warps the looks of us adults and turn our children into mysterious objects, often strangers.