I figli di Bronstein - 9788854518308

I figli di Bronstein: Hans e Martha si amano di un amore folle e travolgente, consumato al riparo delle quattro mura di una baita fuori città, di proprietà del padre di Hans, Arno. In quella casa sperduta nel bosco, i due giovani si sono sfiorati per la prima volta, e soltanto lì sono scomparsi paura e pudore. Hans ha perciò provveduto a fare una copia delle chiavi della baita, gelosamente custodite da suo padre. Un giorno, però, giunto davanti all'ingresso della casetta per incontrarsi con Martha, il giovane ha un'amara sorpresa: nella radura dinnanzi all'abitazione è parcheggiata l'auto gialla di Gordon Kwart, un amico di suo padre. Accostatosi alla finestra, Hans avvicina l'orecchio al muro e sente un grido provenire dall'interno, uno straziante grido di dolore e poi una voce agitata. Benché sia spaventato a morte, afferra la sua chiave, apre la porta e si trova al cospetto di una scena sconvolgente. Nella stanza in cui aleggia un acre odore d'urina, un uomo seduto su un letto di ferro, i piedi legati con una cintura di cuoio, la camicia un tempo bianca macchiata di cibo, ripete: «Perché io sono... stato sorvegliante in un lager...», mentre Arno Bronstein gli colpisce bruscamente lo sterno a ogni sillaba... Con "I figli di Bronstein", pubblicato per la prima volta nel 1986, che riprende e varia molti temi già presenti in "Jakob il bugiardo", Becker torna sul tema della Shoah, raccontando con drammatica lucidità l'impotente violenza delle vittime che si trasformano in persecutori, senza per questo riuscire a sfuggire all'angoscia e al risentimento. Postfazione di Roberta Malagoli.
Hans and Martha love each other with a crazy and overwhelming love, consumed in the shelter of the four walls of an out-of-town cabin, owned by Hans' father, Arno. In that remote house in the woods, the two young men touched each other for the first time, and only there disappeared fear and modesty. Hans then made a copy of the keys to the cabin, jealously guarded by his father. One day, however, when he arrives at the entrance of the house to meet Martha, the young man has a bitter surprise: in the clearing in front of the house is parked the yellow car of Gordon Kwart, a friend of his father. Approaching the window, Hans approaches his ear to the wall and hears a cry coming from inside, a heartbreaking cry of pain and then an agitated voice. Although scared to death, he grabs his key, opens the door and finds himself in the face of a shocking scene. In the room where an acrid smell of urine hovers, a man sitting on an iron bed, his feet tied with a leather belt, his shirt once stained with food, repeats: "Because I am... been supervising in a lager... ..." while Arno Bronstein striking his sternum sharply at every syllable... With "The Sons of Bronstein", first published in 1986, which picks up and varies many themes already present in "Jakob the Liar", Becker returns to the theme of the Shoah, telling with dramatic lucidity the helpless violence of the victims who turn into persecutors, without being able to escape anguish and resentment. Postscript by Roberta Malagoli.