Lettere. Vol. 1: 1929-1940 - 9788845932144

Lettere. Vol. 1: 1929-1940: Samuel Beckett è stato a lungo conosciuto, e venerato, anche per la sua aura, dovuta all'aspetto fisico, all'inaccessibilità e al singolare dono per cui certe sue battute - scritte o recitate che fossero - entravano subito nella leggenda e nell'uso quotidiano. Ma soprattutto colpiva, intorno a lui, una zona di silenzio, che era in primo luogo una cifra stilistica. Così, di fronte alle sue lettere straripanti torna in mente il celeberrimo slogan inventato dai produttori di Nìnotchka per la Garbo: Beckett parla! Sì, perché nelle sue lettere Beckett parla, moltissimo, e di tutto: del suo primo datore di lavoro, «Mr Joyce»; delle regioni più impervie della psiche, che esplorava con l'aiuto di Wilfred Bion; delle numerose lingue che abitava, e da cui spesso si sentiva posseduto; della miseria in cui era costretto a vivere; della stupefacente quantità di rifiuti editoriali accumulati dal suo primo romanzo, Murphy ; e dei suoi viaggi in Europa, su cui spicca una straordinaria esplorazione della Germania di Hitler, in cui Beckett si addentra con il proposito di vedere quadri degli antichi maestri ma anche dei moderni, esattamente quelli che i nazisti, ritenendoli degenerati, avevano appena tolto dalla circolazione. A tratti, le pièce che il giovane viaggiatore avrebbe scritto dopo la guerra sembrano ispirate a fatti realmente accaduti e il «Fallire ancora, fallire meglio» appare qualcosa di più che un programma estetico. E, a libro chiuso, si ha la sensazione rara che, con Beckett, le sorprese siano appena cominciate.
Samuel Beckett has long been known, and revered, even for his aura, due to physical appearance, the inaccessibility and the singular gift for that certain written or recited his lines ??? they were ??? coming soon in legend and in daily use. But especially affected, around him, a zone of silence, which was primarily a stylistic hallmark. So, in the face of his letters overflowing reminded the famous slogan invented by the producers of Ninotchka for Garbo: Beckett speaks! | Yes, because in his letters Beckett speaks, very much, and all of his first employer, "Mr Joyce??; the most inaccessible regions of the psyche, which he explored with the help of Wilfred Bion; of many languages that lived, and that often she felt possessed; extreme poverty in which she was forced to live; the impressive quantity of waste accumulated from publishing his first novel, Murphy; and his travels in Europe, on which stands an amazing exploration of Hitler's Germany, where Beckett goes to see paintings of the old masters but also modern, exactly those that the Nazis, considering them dwindled, they had just removed from circulation. At times, the play that the young traveler to have written after the war seem inspired by true events and the "fail again, fail better ' is more than just an aesthetic program. And, in a rare closed book, you get the feeling that, with Beckett, the surprises have just begun.