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Io che sono uno solo. Giudicare il male dopo Eichmann - 9788846732033
di Daniela Belliti edito da Edizioni ETS, 2012
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Io che sono uno solo. Giudicare il male dopo Eichmann
- Autore: Daniela Belliti
- Editore: Edizioni ETS
- Collana: Philosophica , Nr. 92
- Data di Pubblicazione: 2012
- Genere: filosofia occidentale moderna
- Argomento : Arendt, Hannah
- Pagine: 304
- Dimensioni mm: 213 x 213 x 20
- ISBN-10: 8846732030
- ISBN-13: 9788846732033
Io che sono uno solo. Giudicare il male dopo Eichmann: Il concetto di banalità del male fu coniato da Hannah Arendt nell'occasione del processo Eichmann a Gerusalemme. A lei, che assistette al processo in qualità di inviata del "New Yorker", l'ex gerarca nazista parve un individuo privo di pensiero e incapace di giudizio, l'opposto del mostro espressione del male radicale. Iniziò da lì una ricerca sui rapporti tra morale e pensiero, che alimenta tutt'oggi il dibattito filosofico e politico sul male. Questo libro ripercorre la genesi del concetto di banalità del male nel pensiero di Hannah Arendt, dall'analisi storico-politica del fenomeno totalitario fino alla discussione filosofica che approderà alla teoria del giudizio politico, per poi tentare di darne una rielaborazione critica nel confronto con le diverse fenomenologie del male contemporaneo. Sotto questa lente di filosofia morale e politica vengono passati in rassegna i conflitti identitari del mondo globale; le sfide ambientali causate dal modello occidentale di sviluppo; i problemi della biopolitica; la questione morale esplosa nella nostra società.
The concept of the banality of evil was coined by Hannah Arendt in occasion of the Eichmann trial in Jerusalem. Her, who attended the trial as a reporter for "the New Yorker", the former Nazi leader seemed an individual free from thought and incapable of judgment, the opposite of Monster expression of radical evil. Started from there a search on relations between morality and thought, which powers still the philosophical and political debate over evil. This book traces the genesis of the concept of the banality of evil in the thought of Hannah Arendt, from the historical-political analysis of the totalitarian phenomenon to the philosophical discussion that leads to the theory of political judgment, then trying to give a reprocessing criticism in comparison with the different contemporary widely varying hurt. Under this lens of moral and political philosophy are passed through the conflicts of identity in the world as a whole; environmental challenges caused by the Western model of development; the problems of biopolitics; the moral issue exploded in our society.
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