Ritratti - 9788842824824

Ritratti: John Berger non sopportava di essere definito un critico d'arte. Lo riteneva un insulto. Eppure per tutta la vita ha continuato a descrivere i suoi incontri con l'arte, le epifanie di fronte a un dipinto o una scultura, i viaggi immaginari negli atelier in cui un'opera veniva pensata e realizzata. Poco importava che quegli incontri assumessero le sembianze di un romanzo, una poesia o un saggio; non si trattava di critica, ma di narrazione nel senso più antico del termine: una voce che racconta ciò che gli occhi hanno visto e le mani toccato, un ascoltatore che riceve in dono un'esperienza e uno sguardo, e infine uno spazio da condividere. Se non è critica, questo volume non è neppure un canone o una storia dell'Arte - anche se prende avvio dalle pitture rupestri e termina oltre Basquiat -, perché per John Berger tutti gli artisti ospitati nella sua scrittura sono ancora vivi e presenti: sono vivi gli ignoti pittori della Cueva de las Manos, che migliaia di anni fa portano nel profondo della terra il vento, il tuono, il dolore e i luoghi remoti; è vivo Rembrandt, per cui l'abbraccio è sinonimo di pittura; è viva Frida Kahlo, che dipinge con la sua stessa pelle; è vivo Matisse, mentre fa cozzare i suoi colori come cembali di una ninna nanna; ed è vivo Picasso, che dipinge sulla tela una bestemmia. Ritratti è la raccolta più completa degli incontri di John Berger con i suoi artisti: dai pugnaci scritti militanti degli anni cinquanta a quelli più recenti e pensosi, molti dei quali inediti in Italia. Del resto, che per Berger un ritratto fosse un incontro, lo ha chiarito nel des
John Berger could not stand being called an art critic. He thought it was insulting. Yet Throughout his life he continued to describe his encounters with art, the epiphanies in front of a painting or a sculpture, the imaginary journeys in the ateliers in which a work was conceived and realized. It did Not matter that those meetings assumed the likeness of a novel, a poem or an essay; It was not about criticism, but of narration in the most ancient sense of the word: a voice that tells what the eyes have seen and the hands touched, a listener who receives an experience and a glance, and finally a space to share. If It is not critical, this volume is not even a canon or a history of Art-even if it starts from the cave paintings and ends beyond Basquiat-, because for John Berger all the artists housed in his writing are still alive and present: The Unknown ones are alive Painters of the Cueva de las Manos, who thousands of years ago bring to the depths of the Earth the Wind, the Thunder, the pain and the remote places; Rembrandt is alive, so the embrace is synonymous with painting; Frida Kahlo, who paints with her own skin, is alive. Matisse is alive, while he makes his colors like cymbals of a lullaby. And it is alive Picasso, who paints on the canvas a blasphemy. Portraits is the most complete collection of the encounters of John Berger with his artists: from the militant writings of the Fifties to the most recent and pensive, many of them unpublished in Italy. Moreover, that for Berger a portrait was a meeting, clarified it in the DES