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Il quaderno dell'orto di casa mia - 9788867670512
di Erio Bernard De Nardi Orfeo edito da Kellermann Editore, 2017
- Prezzo di Copertina: € 9.00
- € 7.65
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il quaderno dell'orto di casa mia
- Autori : Erio Bernard De Nardi Orfeo
- Editore: Kellermann Editore
- Collana: I quaderni
- Data di Pubblicazione: 2017
- Genere: agricoltura e tecnologie connesse
- Argomento : Orticoltura
- Pagine: 80
- Dimensioni mm: 206 x 0 x 0
- ISBN-10: 8867670514
- ISBN-13: 9788867670512
Il quaderno dell'orto di casa mia: "Fin da quando ero bambino, la bisnonna, poi la nonna insistevano perché l'orto venisse vangato presto. Tutto intorno, sulle montagne e fino ai 700-800 metri d' altitudine, c'era ancora la neve; non ho impiegato molto tempo a capire che tutta quella premura era dettata da buone ragioni. Ci sono verdure che non temono il freddo e vanno seminate al primo sole di primavera, altre che amano il caldo sole estivo, purché non manchi l'acqua. Quindi l'orto diventa una risorsa, dai primi tepori primaverili fino al tardo autunno. Più ci penso e più sono convinto che l'orto sia una vera risorsa per tutte le famiglie che hanno la possibilità di avere un pezzetto di terra, purché supportato da un po'di voglia di far fatica... Il lavoro principale consiste nel vangare la terra in primavera: oggi ci possiamo aiutare anche le moderne frese, che dimezzano il lavoro. Una volta preparata la terra per la semina ed il trapianto, tutto il resto diventa quasi un passatempo, perché bastano circa due ore a settimana per mantenere l'orto diserbato e in perfetto stato per lo sviluppo delle verdure. Non intendo le coltivazioni a livello commerciale, ma quei venti o trenta metri quadri che, se ben coltivati e ben lavorati, danno la verdura necessaria per una famiglia a partire da marzo fino a gennaio-febbraio dell'anno successivo. La cura che le nonne dedicavano all'orto era quasi un cerimoniale e doveva essere svolto in precisi momenti e con determinati metodi. È con questi ricordi che mi accingo a parlarne un po'." (Erio Bernard)
"Ever since I was a child, her grandmother, then her grandmother insisted because the vegetable garden to be spaded up early. All around, mountains, and up to 700-800 meters above sea level, there was still snow; I've spent a lot of time to understand that all this attention was dictated by good reasons. There are vegetables that are not afraid of the cold and should be sown on the first spring sun, others who love the hot summer sun, as long as you are not missing the water. Then the garden becomes a resource, from the first warm days of spring until late autumn. More I think about it the more I am convinced that the garden is a true asset to all families who have the opportunity to have a piece of land, provided they are supported by some desire to toil ... The main job is to dig up the Earth in springtime: today we can help even the modern Mills, which cut the job. Once prepared the land for planting and transplanting, everything else becomes almost a pastime, because it takes about two hours a week to keep the garden diserbato and in perfect condition for the development of vegetables. I do not mean the commercial crops, but those twenty or thirty meters which, if well cultivated and well crafted, give the vegetables needed for a family starting from March until January-February of the following year. The care that the grandmothers dedicated to the vegetable garden was almost a ceremonial and had to be carried out in specific times and with certain methods. It is with these memories that I am going to talk about it a bit. " (Erio Bernard)
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