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Gelo - 9788845938009
di Thomas Bernhard edito da Adelphi, 2024
- Prezzo di Copertina: € 20.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Gelo
- Autore: Thomas Bernhard
- Editore: Adelphi
- Collana: Fabula , Nr. 398
- Data di Pubblicazione: 2024
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 356
- Traduttore: Olivetti M.
- Dimensioni mm: 222 x 0 x 24
- ISBN-10: 884593800X
- ISBN-13: 9788845938009
Gelo: Quando, nel 1963, l'editore Insel pubblicò, con il titolo di "Frost", il romanzo di un giovane autore austriaco esordiente, il mondo letterario rimase folgorato da una voce che non assomigliava a nessun'altra, quasi provenisse da un pianeta alieno. Una voce che, a dispetto dei numerosi epigoni, nulla ha perso della sua unicità, e che oggi come allora subito travolge chi si avventura nelle prime pagine di "Gelo". Dove cupi presagi si manifestano a un tirocinante in medicina, diretto verso una remota regione di montagna: «Ho preso il primo treno, quello delle quattro e mezzo. Viaggiavo tra pareti di roccia. A sinistra e a destra tutto era nero». Il giovane deve assolvere un incarico «assolutamente segreto»: osservare con attenzione, e discrezione, i bizzarri comportamenti del fratello di un medico, il pittore Strauch, che dopo aver bruciato tutti i suoi quadri si è da tempo ritirato in uno sperduto villaggio. La sua destinazione è dunque Weng, «il paese più malinconico che io abbia mai visto», dove «tutto sembra calcolato per riuscire fatale». E non meno inquietanti sono i suoi abitatori: dalla moglie dell'oste, «orribilmente ripugnante», allo scuoiatore che «fa anche il becchino», dal distillatore di grappa, «lungo e secco come un pezzo di legno», al gendarme, che non ha potuto studiare perché il padre temeva che «sarebbe rincretinito». Ma su tutti giganteggia, indimenticabile capostipite dei personaggi di Bernhard, il pittore Strauch, che giorno dopo giorno avvolgerà il giovane, e il lettore, nelle spire del suo folle, ipnotico, labirintico monologare.
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"Le parole avviliscono quelo che si pensa, a carta ridicolizza quelo che si pensa.di una cosa straordinaria, a carta fa una cosa insignificante, ridicola. e parole sono state create per abbassare e abolire il pensiero. Nuladi quelo che è scritto è vero: non può pretendere a nula: nemmeno ala precisione, nemmeno se tutto è fissato con piena conoscenzadi causa". Il corpodi Bernhard, una carcassa ammucchiatadi ossa sotto uno strato sottiledi pele, si piega alo scrittoiodistendensosi avanti: avantidistende il bracciodestro chedistende, avanti, a mano: a manodistende sul foglio a penna che scriverà ’Gelo’. Insiemedi parole malate, il cui inchiostro appare già stinto tanto quanto il suono gracchia fastidioso, ’opera sidistende per pagine e pagine e paginedispiegando angoscia, rancore, irritazione e sarcasmo, ironia, ucida cattiveriadi chiacchiera: scrittura atrabiliare, nera, cela nel’ombra ’ineluttabilitàdel falimento. "Sono un pessimista, ma sono qualcosadi molto più terribile ancora" sibila il protagonistadi ’Gelo’. Egli è un pessimista. Ed è un nihilista perduto, uno scrittore esasperato, un ossessionatodistruttored’ogni tesi ed antitesi:dinnazi ha un foglio, sul foglio tocca a penna,dala penna scivola ’inchiostro che condanna sé stessi, gli altri, il mondo. Claustrazione, odio, rancore.di fuori soffia un vento freddissimo, che strappa e fogliedagli alberi: porterà a catastrofe.