L'origine. Un accenno - 9788845905254

L'origine. Un accenno: "All'interno del collegio non avevo potuto constatare alcun mutamento di rilievo, se non il fatto che la stanza cosiddetta di soggiorno nella quale eravamo stati educati al nazionalsocialismo era adesso diventata una cappella, e al posto del podio su cui prima della fine della guerra era salito Grünkranz per insegnarci la dottrina della Grande Germania c'era adesso un altare, e alla parete dove prima c'era il ritratto di Hitler pendeva adesso una grande croce, e al posto del pianoforte che, suonato da Grünkranz, aveva accompagnato i nostri inni nazionalsocialisti come Die Fahne hoch! oppure Es zittern die morschen Knochen c'era adesso un harmonium. L'intero ambiente non era stato nemmeno ritinteggiato, evidentemente mancavano i soldi, sicché nel punto dove adesso era appesa la croce si poteva ancora scorgere la macchia, bianchissima e vistosa sulla superficie grigia della parete, dove per anni era stato appeso il ritratto di Hitler". In questo primo volume della sua autobiografia, Bernhard ha voluto subito raccontare un periodo della sua vita a cui risale il manifestarsi di una lesione insanabile in lui: i mesi passati durante la guerra nel Convitto nazionalsocialista di Salisburgo, fra macerie e angherie, e i mesi passati nello stesso collegio, ora chiamato Johanneum, e retto da sacerdoti cattolici, sempre fra angherie, all'inizio di una ottusa pace. Nell'intima compenetrazione salisburghese fra nazismo e cattolicità, nella vocazione della città al suicidio (una delle più alte percentuali europee) e all'arte universale, nella scuola come offesa permanente, nella capacità l
"Within the college I had not been able to observe any major change, except the fact that the so-called living room in which we had been educated in National Socialism had now become a chapel, and instead of the podium on which Grünkranz had climbed before the end of the war to teach us the doctrine of Greater Germany there was now an altar, and on the wall where there was once the portrait of Hitler hung now a large cross, and instead of the piano which, played by Grünkranz, had accompanied our National Socialist hymns such as Die Fahne hoch! or Es zittern die morschen Knochen there was now a harmonium. The whole room had not even been repainted, evidently there was no money, so that in the place where the cross was now hung you could still see the stain, very white and showy on the gray surface of the wall, where for years the portrait of Hitler had been hung ". In this first volume of his autobiography, Bernhard immediately wanted to tell a period of his life to which the manifestation of an irremediable injury in him dates back: the months spent during the war in the National Socialist boarding school in Salzburg, among rubble and harassment, and the months spent in the same college, now called Johanneum, and run by Catholic priests, Always amid harassment, at the beginning of an obtuse peace. In the intimate interpenetration of Nazism and Catholicism in Salzburg, in the city's vocation to suicide (one of the highest percentages in Europe) and universal art, in the school as a permanent offense, in the ability to