Il mito di Medea. Immagini e racconti dalla Grecia a oggi - 9788806230555

Il mito di Medea. Immagini e racconti dalla Grecia a oggi: Si potrebbe dire di Medea ciò che dice Omero della nave Argo su cui essa ha viaggiato: è stata «raccontata da tutti». Tutti però l'hanno raccontata in modo differente. Nessuna delle più di quattrocento riletture letterarie, operistiche, cinematografiche, pittoriche ne ha restituito l'immagine completa e definitiva. Il suo nome è associato per sempre a un gesto inconcepibile - il figlicidio - ma Medea non ha una sola dimensione: è umana, ma è depositaria di saperi e poteri che trascendono quelli umani; è una donna, ma è più virile di tanti uomini; è passionale, ma non perde mai la sua lucidità; è una barbara, ma tiene testa a quanti passano per civilizzati, è portatrice di una cultura arcaica ma è emancipata più di qualunque donna greca, è una carnefice ma anche una vittima. Il suo segno è l'ambiguità. Medea incarna il diverso; compendia tutto ciò che è sospetto, inquietante, repulsivo, inaccettabile, e proprio per questo ci interpella sulla nostra capacità di includere nel nostro quotidiano ciò che non ci appare immediatamente omologabile. È una profuga che viene respinta da una nazione dopo l'altra e che uccide i figli forse anche volendo scongiurare loro una vita di vagabondaggio e di umiliazioni. Il destino di quest'antica migrante tocca nell'Europa di oggi dei nervi scoperti. Quando rivendica i suoi diritti di donna e di madre o quello di rimanere fedele alla sua cultura d'origine proviamo simpatia per lei; ma quando si spoglia della sua umanità per consegnarsi a un'alterità assoluta e insondabile non siamo più disposti a immedesimarci in lei. Trasferire, in tutto o in
You could say what the ship Argo of Medea tells Homer that she traveled: was "told by everyone." All though they told differently. None of the more than four hundred interpretations of literature, painting, film, Opera has returned the full and final image. His name is associated to a gesture inconceivable--the Filicide-but Medea has one dimension: is human, but it is the repository of knowledge and powers that transcend human ones; She is a woman, but is more manly than most men; is passionate, but never loses its clarity; is a barbara, but holds head to all who pass through civilized, is the bearer of a culture archaic but is liberated more than any Greek woman, is a perpetrator but also a victim. Its sign is the ambiguity. Medea embodies the different; sums up all that is suspicious, disturbing, repulsive, unacceptable, and therefore challenges us on our ability to include in our daily what there is immediately verifiable. Is a refugee who is rejected from one nation after another and killing the children maybe even wanting to avert them a life of vagrancy and humiliations. The fate of this former migrant in Europe today touches nerves. When claiming your rights as a woman and as a mother or to remain faithful to its culture of origin we feel sympathy for her; but when stripped of his humanity to surrender to an absolute otherness and unfathomable we are no longer willing to invest ourselves in her. Transfer, in whole or in