Il grande saccheggio. L'età del capitalismo distruttivo - 9788842095187

Il grande saccheggio. L'età del capitalismo distruttivo: "Dovrebbe apparire chiaro che non ci sarà 'ripresa' e che non è il caso di aspettarla. Godot non arriverà. Oggi dovrebbe apparire evidente una realtà elementare. Occorre travalicare i confini della cultura economica che ha generato la crisi, per comprendere che non si è verificato un semplice guasto. Non è una ammaccatura della carrozzeria. È il motore, il cuore della macchina, che è bloccato dalla ruggine e non ce la fa più." Piero Bevilacqua non ha dubbi: la crisi esplosa nel 2008, e tuttora in corso, non è semplicemente il frutto di una speculazione finanziaria finita male per assenza di regole. È invece il segnale di "una crisi di sistema" che si esprime in una gigantesca disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza e in una organizzazione della società che non corrisponde più alle potenzialità produttive del capitalismo del nostro tempo. Pensare di "uscire dalla crisi" con la semplice regolamentazione dei mercati finanziari è un'illusione. Occorre riorganizzare interamente la società. L'immensa ricchezza che il capitale è oggi in grado di produrre, che potrebbe fornire benessere e libertà all'umanità intera, poggia su pilastri culturali e su un'architettura sociale ancora sostanzialmente ottocenteschi. I rapporti tra gli stati, gli orari di lavoro, i ritmi della vita quotidiana, l'organizzazione delle città, il nostro rapporto con la natura, tutto si regge ancora entro i vincoli e le culture della vecchia società industriale.
"It should be clear that there will be ' shot ' and that we should not wait. Godot never arrives. Now it should appear evident an elementary reality. We must go beyond the boundaries of economic culture that generated the crisis, to understand that there has not been a simple failure. Not a dent. And the engine, the heart of the machine, which has been blocked by rust and not take it anymore. " Piero Bevilacqua has no doubts: the crisis exploded in 2008, and still ongoing, it is not simply the result of financial speculation ended badly for lack of rules. And instead the signal of a "systemic crisis" which expresses itself in a huge inequality in the distribution of wealth in a society that no longer corresponds to the productive potential of capitalism of our time. Think "out of the crisis" by the simple regulation of the financial markets is an illusion. You need to rearrange the entire society. The immense wealth that capital is now able to produce, which could provide well-being and freedom to all mankind, rests on pillars nineteenth-century cultural and social architecture still substantially. Relations between States, working time, the rhythms of everyday life, the Organization of cities, our relationship with nature, everything stands still within the constraints and the cultures of the old industrial society.