Miseria dello sviluppo - 9788842089698

Miseria dello sviluppo: Ciò che continuiamo a chiamare sviluppo, l'insieme dei processi economici e sociali che nell'ultimo mezzo secolo ha moltiplicato i redditi individuali degli occidentali, elevato il loro benessere materiale, innalzato il loro orizzonte culturale, esteso gli spazi di libertà e rafforzato la loro partecipazione democratica, si è concluso: anzi si è rovesciato nel suo contrario. Oggi il meccanismo spontaneo della crescita non garantisce però benessere materiale ai cittadini. Piero Bevilacqua passa in rassegna le spie rosse che lampeggiano impazzite nella nostra paradossale "civiltà del benessere". La sua non è la "consueta lamentazione dell'ambientalismo" ma un'indagine su scala mondiale e a vasto spettro di ambiti sociali, alla ricerca di una spiegazione all'inspiegabile: perché nelle società più ricche, come gli Usa e il Giappone, la crescita del reddito monetario degli individui si accompagna a un sensibile aumento della loro privata infelicità, a un perdita sempre più evidente di relazioni sociali, a un impoverimento affettivo dei rapporti umani, al precipitare degli individui in una dimensione di competizione affannosa? Perché il mondo del lavoro richiede ai cittadini una flessibilità che non ha nulla di umano e impedisce una normale pianificazione di vita? Perché nel Terzo Mondo, a fronte dei pochi nuovi ricchissimi, dilaga la miseria e una vera e propria schiavitù di ritorno? Come si spiega la paralisi della politica di fronte a questo panorama dissestato?
What we call development, economic and social processes that over the past half century has increased individual incomes Westerners, raised their material well-being, raised their cultural horizon, expanded space for freedom and strengthened their democratic participation, ended: indeed it is spilled into its opposite. Today the spontaneous mechanism of growth does not guarantee material well-being for citizens. Piero Bevilacqua takes stock of the red lights that Flash running amok in our paradoxical "civilization of well-being". Its not the "usual lament of environmentalism" but world-wide survey and a broad spectrum of social, looking for an explanation to the inexplicable: why in more affluent societies, such as the US and Japan, the growth of the monetary income of individuals is accompanied by a significant increase in their private misery, an increasingly obvious loss of social relationships in an emotional impoverishment of human relationships, the dashing of individuals in a frantic competition? Because the business world requires people a flexibility that has nothing human and prevents a normal schedule of life? Because in the third world, in front of the few new rich, rampant poverty and a real return of slavery? How do you explain the policy paralysis in the face of this panorama uneven?