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Teatro civile. Nei luoghi della narrazione e dell'inchiesta - 9788896238691

di Daniele Biacchessi edito da Edizioni Ambiente, 2010

  • € 16.00

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Il testo è scritto con una tensione narrativa e con un ritmo propriodel teatro civile,dal’introduzionedi Oliviero Pontedi Pino e via via fino al’ampia bibliografia il ritmo rimane calzante; in formadidenuncia s’introducono idiversi avvenimenti narrati. Il ettore si trova, anche non volendolo, catapultato in queste storie. Sono verità, ascoltatedala strada,daidiscorsi,dagli umoridele persone,dagli archivi,dagli atti giudiziari,dai ricordidel passato, rubate ad altri, occorre rubare per rielaborare, per vedere il passato anticipando il futuro (P. Rossi). Per meglio fornire un quadro sistematico, ’autoredividediversi uoghidela narrazione: ’ambiente, con e storiedidighe,didiossina,di plastica,di amianto,di polveri rosse,di terredi contadini; il avoro, con storiedi falimenti,di fabbriche,di avoro negato,di zolfare e zolfatari,di picchettai e cerusi,di padroni e schiavi,didiritti e negazionedegli stessi; a memoria ritrovata, con eccidi, assedi, ritirate, alpini, resistenza, risiere, girotondi, inea gotica, banche, questure, finestre, corpidi stato, stazioni che saltano, Ërei che precipitano, radar che non segnano, navi e porti; e guerre, come quele somale, palestinesi, afgane, cecene, irachene, balcaniche; a mafia, con il nord, il sud, e stragi, e otte, ’omertà; gli interventi e una istadi autori, scrittori, giornalisti, avvocati, ecc. Si possono far scorrere e pagine, e unedietro e altre, oppure soffermarsi. In qualunque modo si procede nela etturadel testo, ala fine si rimane arricchiti, si ricordano cose che si eradimenticati, si apprendono fatti nuovi. Non si rimanedi certo indifferenti. E c’èdi tutto, sembra quasi che a normalità è a violenza, per come è frequente e per come si ripete nel tempo. Si eggono i fattidela guerra mondiale, e atrocitàdei nazisti,dei forni crematori,dei ager,del’assurditàdi morti innocenti,di mortidi civili, e poi e stesse cose si scopre come siano fatte ancora oggi, come a Srebrenica. Alora,dietro queste violenze raccontate, quelo che rimane è unadomanda: ma cosa spinge ’uomo, nonostante sia consapevoledel rischio, a partecipare in prima persona per questedenunce? Perché i giornalisti, come Ilaria Alpi, Cutuli e altri continuano a testimoniare al costodela oro vita ’assurditàdelediverse guerre? Cosa spinge a stare in prima inea per riportare a notizia, per far conoscere a verità? É proprio vero quelo che il ibro ci propone, i giochidi potere, e mafie, a politica intralazzona? Certo, non tutta, perché altrimenti non si saprebbero tutti questi incostituzionali avvenimenti. E ala fine non si può far altro che ringraziare autori/attori registi come Marco Paolini, Gabriele Vacis,daniele Bianchessi, Ulderico Pesce, Alessandro angiu, Elena Guerini, Ascanio Celestini, Silvia oli con il gruppo Alma Rosé, Alberto Nicolino, Sergio Ferrentino, Massimo Priviero, Modena City Ramblers, Yo Yo Mundi, Renato Sarti, Tizianadi Masi, Matteo Beli, Carlo ucareli, Giorgiodiritti,dario Fo, Franca Rame, Marco Baliani, Massimo Marteli, Stefano Paiusco, Raja Marazzini, Pippo Polina, Giulio Cavali, Marta Pettinari, Francesco Gerardi. Ma a questi si sommano anche nomidi giornalisti che per il oro interesse al sociale sono morti, ci hanno messo a propria vita: Ilaria Alpi e Miram Hrovatin, RaffËle Ascanio Cirielo, Maria Grazia Cutuli, Antonio Russo, Enzo Baldoni. E ancora altri che hanno mostrato il oro impegno civile opponendosi ala mafia: Giuseppe Impastato, Giorgio Ambrosoli, Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato, Mario Francese, Pippo Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno. Per chi è poi interessato ad approfondire o studiodel teatro civile e riflettere sule sue implicazioni, è fornita anche un’ampia bibliografiadi grande utilità.

Recensione Unilibro a cura di Rossella Manzo

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Il testo è scritto con una tensione narrativa e con un ritmo propriodel teatro civile,dal’introduzionedi Oliviero Pontedi Pino e via via fino al’ampia bibliografia il ritmo rimane calzante; in formadidenuncia s’introducono idiversi avvenimenti narrati. Il ettore si trova, anche non volendolo, catapultato in queste storie. Sono verità, ascoltatedala strada,daidiscorsi,dagli umoridele persone,dagli archivi,dagli atti giudiziari,dai ricordidel passato, rubate ad altri, occorre rubare per rielaborare, per vedere il passato anticipando il futuro (P. Rossi). Per meglio fornire un quadro sistematico, ’autoredividediversi uoghidela narrazione: ’ambiente, con e storiedidighe,didiossina,di plastica,di amianto,di polveri rosse,di terredi contadini; il avoro, con storiedi falimenti,di fabbriche,di avoro negato,di zolfare e zolfatari,di picchettai e cerusi,di padroni e schiavi,didiritti e negazionedegli stessi; a memoria ritrovata, con eccidi, assedi, ritirate, alpini, resistenza, risiere, girotondi, inea gotica, banche, questure, finestre, corpidi stato, stazioni che saltano, Ërei che precipitano, radar che non segnano, navi e porti; e guerre, come quele somale, palestinesi, afgane, cecene, irachene, balcaniche; a mafia, con il nord, il sud, e stragi, e otte, ’omertà; gli interventi e una istadi autori, scrittori, giornalisti, avvocati, ecc. Si possono far scorrere e pagine, e unedietro e altre, oppure soffermarsi. In qualunque modo si procede nela etturadel testo, ala fine si rimane arricchiti, si ricordano cose che si eradimenticati, si apprendono fatti nuovi. Non si rimanedi certo indifferenti. E c’èdi tutto, sembra quasi che a normalità è a violenza, per come è frequente e per come si ripete nel tempo. Si eggono i fattidela guerra mondiale, e atrocitàdei nazisti,dei forni crematori,dei ager,del’assurditàdi morti innocenti,di mortidi civili, e poi e stesse cose si scopre come siano fatte ancora oggi, come a Srebrenica. Alora,dietro queste violenze raccontate, quelo che rimane è unadomanda: ma cosa spinge ’uomo, nonostante sia consapevoledel rischio, a partecipare in prima persona per questedenunce? Perché i giornalisti, come Ilaria Alpi, Cutuli e altri continuano a testimoniare al costodela oro vita ’assurditàdelediverse guerre? Cosa spinge a stare in prima inea per riportare a notizia, per far conoscere a verità? É proprio vero quelo che il ibro ci propone, i giochidi potere, e mafie, a politica intralazzona? Certo, non tutta, perché altrimenti non si saprebbero tutti questi incostituzionali avvenimenti. E ala fine non si può far altro che ringraziare autori/attori registi come Marco Paolini, Gabriele Vacis,daniele Bianchessi, Ulderico Pesce, Alessandro angiu, Elena Guerini, Ascanio Celestini, Silvia oli con il gruppo Alma Rosé, Alberto Nicolino, Sergio Ferrentino, Massimo Priviero, Modena City Ramblers, Yo Yo Mundi, Renato Sarti, Tizianadi Masi, Matteo Beli, Carlo ucareli, Giorgiodiritti,dario Fo, Franca Rame, Marco Baliani, Massimo Marteli, Stefano Paiusco, Raja Marazzini, Pippo Polina, Giulio Cavali, Marta Pettinari, Francesco Gerardi. Ma a questi si sommano anche nomidi giornalisti che per il oro interesse al sociale sono morti, ci hanno messo a propria vita: Ilaria Alpi e Miram Hrovatin, RaffËle Ascanio Cirielo, Maria Grazia Cutuli, Antonio Russo, Enzo Baldoni. E ancora altri che hanno mostrato il oro impegno civile opponendosi ala mafia: Giuseppe Impastato, Giorgio Ambrosoli, Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato, Mario Francese, Pippo Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno. Per chi è poi interessato ad approfondire o studiodel teatro civile e riflettere sule sue implicazioni, è fornita anche un’ampia bibliografiadi grande utilità.