La coscienza dell'avvocato. La deontologia fra diritto e etica in età moderna - 9788814209093

La coscienza dell'avvocato. La deontologia fra diritto e etica in età moderna: Il volume ricostruisce il processo di elaborazione delle regole della deontologia forense nei secoli dell'età moderna, evidenziando elementi di continuità e di discontinuità nel lento cammino che ha condotto alla promulgazione dell'attuale codice deontologico e ai dibattiti che lo hanno accompagnato, relativi in particolare alla qualificazione, morale o giuridica, delle norme di condotta professionale. Nonostante la progressiva separazione fra diritto e morale delineatasi a partire dal Cinquecento, norme giuridiche e norme morali continuarono, come nel medioevo, a integrarsi reciprocamente nella disciplina della professione forense. Ben distinte erano, invece, le conseguenze derivanti dalla violazione delle regole professionali sul piano morale (peccato) e giuridico (responsabilità civile, penale e disciplinare). A causa della difficoltà di inquadrare alcune fattispecie deontologiche in norme giuridiche, la minaccia del peccato rappresentò, in molti casi, un 'rimedio' più efficace rispetto alle sanzioni giuridiche per imporre al ceto forense il rispetto delle regole professionali: in caso di contrasto fra norme giuridiche e norme morali, erano dunque queste ultime a prevalere. Questo spiega anche il rilievo assunto dal concetto di coscienza nell'orientare le scelte professionali dell'avvocato nel costante bilanciamento fra la collaborazione all'amministrazione della giustizia e la tutela degli interessi del cliente: un concetto che è sopravvissuto sino al codice deontologico attuale.
The book reconstructs the process of forensic ethics rule processing in the centuries of the modern era, highlighting the elements of continuity and discontinuity in the slow journey that led to the promulgation of the present Code of ethics and the debates that accompanied it, relating in particular to qualification, moral or legal, the rules of professional conduct. Despite the progressive separation between law and morality emerged from the 16th century, legal standards and moral standards continued, as in the middle ages, to complement each other in the regulation of the legal profession. Separate were the consequences of violation of professional rules on moral (SIN) and legal (civil, criminal and disciplinary responsibility). Because of the difficulty of framing some particular conduct in legal norms, the threat of sin was, in many cases, a ' remedy ' more efficient than legal sanctions to force the forensic professional class rules: in the event of a conflict between legal norms and moral norms, were then the latter shall prevail. This also explains the importance of the concept of conscience in guiding the professional choices of the advocate in constant balance between collaboration in the administration of Justice and the protection of the interests of the client: a concept that has survived until the present Code of conduct.