L'architetto come intellettuale - 9788806239923

L'architetto come intellettuale: Chi è l'architetto oggi? Nella quasi totalità dei casi, è un professionista il cui mestiere consiste fondamentalmente nel soddisfare, con un impegno e una competenza variabili da individuo a individuo, le richieste della committenza, senza tuttavia alcuna capacità o ambizione di proporre, della città e della società in cui vive, una visione complessiva, e soprattutto critica. Che non sempre sia stato così lo testimonia una tradizione che, da Leon Battista Alberti a Aldo Rossi, ha visto spesso l'architetto rivestire il ruolo dell'intellettuale: non soltanto quello di ideatore di edifici ma anche quello di autore di «interpretazioni del mondo», in grado, se non immediatamente di modificarlo, almeno di metterlo in discussione. Nel corso della storia gli architetti sono stati via via consiglieri, propositori, pensatori, sognatori, utopisti. Da qualche decennio a questa parte, però, qualcosa sembra mutato: questi ruoli sembrano non appartenere più ai compiti - e all'orizzonte d'interesse - dell'architetto. Da intellettuale operante a mero esecutore di progetti (per quanto complessi e impegnativi questi possano essere), la traiettoria segna un'involuzione evidente. Alcuni interrogativi s'impongono a questo punto: esiste ancora, nel panorama odierno, qualche architetto erede di quella nobile tradizione? E inoltre: serve ancora l'architetto intellettuale nella società attuale? E servirà in futuro?
Who's the architect today? In almost all cases, he is a professional whose job is basically to satisfy, with a commitment and competence varying from individual to individual, the demands of the client, without however any ability or ambition to propose, of the city and the society in which it lives, an overall, and above all critical, vision. That has not always been the case is evidenced by a tradition that, from Leon Battista Alberti to Aldo Rossi, has often seen the architect play the role of the intellectual: not only that of creator of buildings but also that of author of "interpretations of the world", able, if not immediately to change it, at least to question it. Throughout history, architects have been gradually councillors, on-t-developers, thinkers, dreamers, utopians. For a few decades now, however, something seems to have changed: these roles no longer seem to belong to the tasks - and the horizon of interest - of the architect. From an intellectual working to a mere executor of projects (however complex and challenging these may be), the trajectory marks an obvious involution. Some questions arise at this point: is there still, in today's landscape, any architect heir to that noble tradition? And also: do you still need the intellectual architect in today's society? And it will serve in the future?