Caterina sulla soglia - 9788861890879

Caterina sulla soglia: "Le vite delle persone non sono romanzi, sono raccolte di racconti. Frammentarie, discontinue, disseminate di buchi neri e illuminate da verità intraviste, manipolate dalla memoria che filtra, cancella, riordina, riscrive. È il modo in cui Susanna Bissoli ci racconta le soglie di Caterina. Infilando nella cordicella del suo primo libro le perline colorate di tutti gli addii e le partenze, tutte le esperienze di perdita che una vita può sopportare: dell'infanzia, della madre, dell'amore, del corpo, della terra sotto i piedi. Leggendo queste sedici storie, la voce che mi suona in testa è quella di Grace Paley. Anche la scrittura di Susanna riesce a maneggiare la malattia e il dolore, perfino a ballare con la morte restando miracolosamente gioiosa. La gioia che c'è dentro è gioia dell'incontro, di avere a che fare con altri esseri umani, di scoprirli tutti diversi e tutti strani. È gioia di ricordare, raccontare, giocare con le parole della memoria: il dialetto veneto dell'infanzia, il greco della libertà e dell'amore, l'italiano zoppo dei migranti in cui, prigioniera di casa sua, a Caterina sembra di ritrovare la voce del mondo." (Paolo Cognetti)
"People's lives are not novels, they are collections of stories. Fragmentary, discontinuous, littered with black holes and illuminated by glimpsed truths, manipulated by the memory that filters, erases, reorders, rewrites. It is the way Susanna Bissoli tells us about Caterina's thresholds. Sticking in the cord of his first book the colored beads of all goodbyes and departures, all the experiences of loss that a life can endure: childhood, mother, love, body, earth underfoot. Reading these sixteen stories, the voice that plays in my head is that of Grace Paley. Susanna's writing also manages to handle illness and pain, even dancing with death while remaining miraculously joyful. The joy that is inside is the joy of encounter, of dealing with other human beings, of discovering them all different and all strange. It is joy to remember, to tell, to play with the words of memory: the Venetian dialect of childhood, the Greek of freedom and love, the lame Italian of migrants in which, prisoner of her home, Caterina seems to find the voice of the world." (Paolo Cognetti)