Il Silenzio fiorisce e altre poesie - 9788836812561

Il Silenzio fiorisce e altre poesie: Nessun poeta, dopo Puskin, ha avuto una influenza sulla poesia russa paragonabile a quella di Aleksandr Blok, nato a Pietroburgo nel 1880 e dunque appartenente alla generazione di pochi anni precedente a quella dei Majakovskij, Esenin, Pasternak. Talento vivissimo, pubblicò a ventiquattro anni una delle sue opere fondamentali, quei "Versi della Bellissima Dama" che lo rivelarono immediatamente come il caposcuola della poesia simbolista. Ma la poesia di Blok raggiunse il culmine della sua intensità lirica nelle opere di poco successive, quando, come scrive Bruno Carnevali nella prefazione al nostro volume, "la Bellissima Dama, l'ipostasi femminile della divinità, che nel metafisico e immobile disegno simbolista doveva essere la metafora dell'ineffabile incontro con la realtà più reale, d'improvviso si vanifica, si rifiuta all'amante, e la Bellissima si fa Sconosciuta", volgendo così il tema metafisico in una più amara esperienza esistenziale. Vicino agli anarchici mistici al tempo della rivolta del 1905, la rivoluzione bolscevica fu da lui salutata come la rinascita dell'anima russa, e gli dettò il più famoso dei suoi poemi, "I dodici", raffigurante un drappello di soldati che presidiano le strade di Pietroburgo nell'inverno della rivoluzione. L'epica amara di questo straordinario poema chiude anche simbolicamente la parabola creativa del grande scrittore russo, che si spense soltanto tre anni più tardi, nel 1921.
No poet, after Pushkin, had an influence on Russian poetry comparable to that of Aleksandr Blok, born in Petersburg in 1880 and thus belonging to the generation of a few years earlier than that of Mayakovsky, Esenin, Pasternak. Great talent, he published at twenty-four years one of his key works, those "Sayings of the beautiful Lady" who revealed immediately as the leader of the Symbolist poetry. But the poetry of Blok reached its peak intensity later in the works of little lyric, when, as written by Paul Campbell in the preface to our volume, "the Fair Lady, feminine divinity, which in the metaphysical hypostases and motionless Symbolist design was supposed to be a metaphor of the ineffable encounter with reality more real, suddenly defeats, refuses the lover, and the beautiful is Unknown" , turning so metaphysical theme in a more bitter existential experience. Close to anarchists Mystics at the time of the uprising of 1905, the Bolshevik revolution was hailed as the rebirth of the Russian soul, and dictated the most famous of his poems, "the twelve", depicting a band of soldiers manning the streets of Petersburg in winter of the revolution. The bitter of this extraordinary epic poem closes also symbolically the creative path of the great Russian writer, who died only three years later, in 1921.