Il fiele e le furie. Ragusa, il caso Spampinato - 9788889920282

Il fiele e le furie. Ragusa, il caso Spampinato: Nel pieno degli anni di piombo un delitto comune diventa il caso italiano più lungo della storia del Dopoguerra, con effetti che si ripercuotono a distanza di decenni. Teatro di una vicenda che si presenta come metafora della Sicilia dei contrasti e specchio dell'Italia dei veleni è Ragusa, la città più a sud d'Europa, la più soporosa ma anche la più intossicata. Qui nasce l'accrocco perfetto: il 25 febbraio 1972 viene ucciso un ingegnere dalla vita movimentata. Un giovane giornalista comunista, che sta indagando per "L'Ora" sulle trame nere nella Sicilia sudorientale, accusa del delitto il figlio del presidente del tribunale, che lo uccide il 27 ottobre, diventando così un assassino per dimostrare di non esserlo. Nessuno saprà mai chi ha ucciso il 25 febbraio Angelo Tumino e nessuno riuscirà a stabilire il contesto nel quale Roberto Campria decide di sparare a Giovanni Spampinato in una sera di fine ottobre davanti al carcere dove si costituisce. Si parlerà di mandanti occulti per zittire un giornalista troppo interessato alle sordide manovre eversive in Sicilia, sarà evocata l'oscura sciagura di Montagnalonga, saranno smosse piste che portano alla Grecia dei colonnelli, saranno adombrate collusioni con il traffico di opere d'arte e la delinquenza comune in combutta con il neofascismo, ma il mistero rimarrà impenetrabile su tutto l'"affaire": a designare uno sciasciano teorema siciliano che diventa canone inverso dell'Italia di ieri e di oggi.
In the midst of the years of lead a common crime becomes the longest in the history of Postwar Italian case, with a ripple effect decades later. The scene of a story that presents itself as a metaphor of Sicily of contrasts and mirror of Italy of poisons is Dubrovnik, the most southern town of Europe, more slowed but also the most intoxicated. Here comes the perfect quote: the February 25, 1972 is killed an engineer from eventful life. A young Communist journalist, who is investigating "the hour" on black murder accusation in southeastern Sicily, plots the son of the President of the Tribunal, who kills him on October 27, thereby becoming a murderer to prove I'm not. Nobody will ever know who killed on 25 February Angelo Tumino and no one can establish the context in which Roberto Campria decides to shoot John Salazar in one evening in late October in front of the jail where he is. It is called a latent instigators to silence a journalist too interested in the sordid subversive manoeuvres in Sicily, will be evoked the dark tragedy of Montagnalonga, will be rattled slopes leading to the colonels, Greece will be overshadowed collusion with trafficking in works of art and common delinquency in cahoots with neo-fascism, but the mystery remains impenetrable over the "affaire": to designate a sciasciano Sicilian theorem becomes canone inverso of Italy of yesterday and today.