Il grande spazio - 9788871863689

Il grande spazio: Il Louvre. Attraverso una prosa narrativa articolata in brevi annotazioni e minuti spostamenti psicologici, Yves Bonnefoy ci fa cogliere l'essenza di uno spazio che via via andrà configurandosi sotto i nostri occhi come un luogo dell'anima. In questo lavoro, Bonnefoy ci parla di alcune opere esposte nel museo del Louvre e dei loro autori - tra i quali, Delacroix, Poussin, Georges de la Tour, Vermeer -, affidandosi all'emozione poetica e alla sorpresa del sogno. Lungo un cammino che non ha percorso né traccia - mediante cenni minimi, leggerissime note, appena percettibili, ma determinanti per la meditazione e la memoria - la riflessione si precisa in un'esperienza interpretativa che nulla concede alle categorie conosciute. In queste annotazioni - nate, come indica lo stesso Bonnefoy, "sotto il segno dell'incompiuto, dell'abbozzo, dell'impossibile" - nulla fa pensare al superfluo e all'esornativo. Tale purezza ha il dono di farci vedere le opere in tutta la luminosità del loro senso, in tutta la loro bellezza, che balza su con la forza di una verità. Nel Louvre siamo in quella terra di nessuno che ha alle spalle una visione unitaria del reale e davanti una pluralità impensata di frammenti. Con Bonnefoy ci caliamo in un'atmosfera di ripetuta scoperta, nel flusso di un racconto che si dirama quasi da solo. Guardare equivale ad accelerare il corso delle riflessioni, ritrovare qualcosa che la polvere dei giorni non ha offeso, ma soltanto velato.
The Louvre. Through a prose narrative divided into brief notes and minutes psychological displacements, Yves Bonnefoy lets us capture the essence of a space that gradually will be taking shape before our eyes as a part of the soul. In this work, Bonnefoy tells us about some of the works on display in the Louvre and their authors ??? among them, Delacroix, Poussin, Georges de la Tour, Vermeer-, relying on the poetic emotion and surprise of the dream. Along a path that has no path or track-using minimal, lightweight notes notes, subtle, but crucial for meditation and memory-the reflection it is specified in an interpretive experience that concedes nothing to the categories. In these annotations-nate, as indicated by the same Bonnefoy, "under the sign of unfinished, sketch, of the impossible"-nothing suggests the superfluous and esornativo. That purity has the gift of making us see the works in all the brightness of their sense, in all their beauty, springing up with the force of a truth. In the Louvre are in that no man's land that has a unified vision of reality and in front of a plurality of unexpected fragments. With Bonnefoy in an atmosphere of discovery, it's our repeated in the flow of a narrative that branches almost alone. Watch is equivalent to accelerate the course of the discussions, finding something that the dust of days did not offended, but only veiled.