Welfare scandinavo. Storia e innovazione - 9788843026661

Welfare scandinavo. Storia e innovazione: Il Welfare scandinavo è presente da molti decenni nel dibattito politico-sociale, come progetto di coesione sociale e di sviluppo di una società solidale, ricca e armonica. Nell'ultimo ventennio ha dovuto affrontare crisi da cui è uscito, più vitale di prima, come carattere fondamentale di una particolare idea di innovazione e di adattamento competitivo nell'ambito dell'integrazione europea e della globalizzazione. è stato quest'ultimo successo - sia pur meno pubblicizzato, per esempio, del riformismo di Blair - a rinnovare l'interesse per le società scandinave, e ciò sia in una prospettiva di conoscenza storica, sia come proposta destinata ad arricchire un peculiare modo europeo di competere nell'economia globale. In questo volume è possibile individuare nel progetto-Welfare potenzialità capaci di portarlo oltre il tradizionale contesto nazionale-keynesiano, attualizzando così l'interesse del resto dell'Unione europea per la Scandinavia, e permettendo parallelamente agli scandinavi di aprirsi all'Europa in modo più propositivo e dunque meno circospetto e diffidente.
The Scandinavian Welfare has been present for many decades in the political and social debate, as a project of social cohesion and the development of a society of solidarity, rich and harmonious. Over the last twenty years, it has faced crises from which it has emerged, more vital than before, as a fundamental character of a particular idea of innovation and competitive adaptation in the field of European integration and globalisation. it was this last success - albeit less publicised, for example, blair's reformism - that renewed interest in Scandinavian societies, both from a historical perspective of knowledge and as a proposal intended to enrich a peculiar European way of competing in the global economy. In this volume it is possible to identify in the project-Welfare potential capable of taking it beyond the traditional national-Keynesian context, thus discounting the interest of the rest of the European Union in Scandinavia, and allowing the Scandinavians to open up to Europe in a more proactive and therefore less circumspect and distrustful way.