Arthur Cravan. Una strategia dello scandalo - 9788860102249

Arthur Cravan. Una strategia dello scandalo: Dopo aver preso «tutti i treni e tutte le navi» Fabian Avenarius Lloyd si stabilisce a Parigi, smanioso di ottenere fortuna per mezzo della poesia. A ventidue anni, con un talento non esattamente proporzionale alla corporatura titanica, è pronto a usare ogni espediente pur di farsi un nome. Non il suo ma quello di Arthur Cravan, pseudonimo che si attribuisce nel 1910 insieme all'epiteto più o meno legittimo di "nipote di Oscar Wilde". Nelle fulgide serate dell'avanguardia desta scalpore con numeri eccentrici e scabrosi, di giorno si allena alla boxe nell'atelier del pittore Kees van Dongen, mentre si appresta a introdurre il pugno anche nella lotta artistica. Duchamp e Picabia sono estasiati dalla sua irriverenza: dalle pagine di Maintenant, Cravan scaglia contro i salons frecce velenose che gli costeranno otto giorni al fresco e la stima del critico più rispettato, Félix Fénéon. Scoppia la guerra e Cravan, nazionalità svizzera, si eclissa. Lo ritroviamo a Barcellona, travestito da pugile professionista, dove sfida il fuoriclasse nero Jack Johnson. Le locandine lo proclamano campione europeo, titolo che si è guadagnato senza combattere. Il match - così breve da risolversi in un'esibizione statica del mastodontico rivale - gli frutta quanto basta per imbarcarsi su un transatlantico diretto a New York, mettendo così un oceano fra sé e l'Europa in guerra. Dopo aver errato per Stati Uniti e Canada «mascherato da soldato per non essere soldato», eccolo di nuovo a New York dove il salotto degli Arensberg è il ring dorato in cui ambientare nuovi scandali e alimentare la sua "funes
After taking "all the trains and all the ships" Fabian Avenarius Lloyd settles in Paris, eager to get lucky by means of poetry. At the age of twenty-two, with a talent not exactly proportional to the titanic body, he is ready to use every gimmick to make a name for himself. Not his but that of Arthur Cravan, a pseudonym that is attributed in 1910 along with the more or less legitimate epithet of "grandson of Oscar Wilde". On the bright evenings of the avant-garde, he caused a stir with eccentric and scabrous numbers, during the day he trains boxing in the atelier of the painter Kees van Dongen, as he prepares to introduce the punch also in the artistic struggle. Duchamp and Picabia are ecstatic by his irreverence: from the pages of Maintenant, Cravan hurls poisonous arrows at him that will cost him eight days at the cool and the esteem of the most respected critic, Félix Fénéon. The war breaks out and Cravan, a Swiss nationality, eclipses himself. We find him in Barcelona, disguised as a professional boxer, where he challenges the black star Jack Johnson. The posters proclaim him european champion, a title he earned without a fight. The match - so short that it was a static performance by his mammoth rival - earned him enough to embark on a transatlantic liner bound for New York, thus putting an ocean between himself and Europe at war. After mistaking for the United States and Canada "disguised as a soldier not to be a soldier", here he is back in New York where the living room of the Arensbergs is the golden ring in which to set new scandals and feed his "funes"