Vita e morte della montagna - 9788863911183

Vita e morte della montagna: "'Nessuno sa dov'è il pericolo, prima. Tutti lo sanno dopo, quando è passato. O ti è passato sopra'. Qui lo dice nonno Iaco Casal che paria del mondo durissimo di chi come lui abitava la montagna, fino a non molto tempo fa, ma è così sempre, anche in pianura, anche in città, anche in questi giorni. Eppure. Eppure è diverso affrontare la bufera oggi. Perché si è soli. E straordinario come tutto, proprio tutto, venisse ricompreso, assorbito, accolto, nel piccolo mondo di Curva Casal raccontato da Antonio G. Bortoluzzi. Anche la tragedia dell'alluvione, che si porta via le case, ma insieme vengono ricostruite. Una banca del tempo spontanea, che non prevede interessi: un'ora, cento, duecento ore di lavoro per costruire la casa a te, e le stesse ore tu mi dai per costruire la casa a me. La vita è tremenda, nessun romanticismo, chi scrive parla di storie che ha vissuto, un po' trasfigurate come deve essere, ma si riconoscono. La povertà c'era, il lavoro era troppo, ma era un lavoro con un ritmo di natura, non quello di oggi che si mangia la vita intera e chiuso nei capannoni della pianura non sa nulla delle stagioni. Non sa della neve, del freddo, del caldo. Solo lavoro. E se vien meno il lavoro, vien meno la vita. Come abbiamo potuto? Se lo chiede il protagonista della storia, ce lo chiediamo noi." (Mariapia Veladiano).
"Nobody knows where is the danger earlier. Everyone knows when it is past. Or were you over there. Here it says grandfather I Casal talker in the world whose tough as he lived in the mountains, until not long ago, but it's true, even in plain, even in the city, even in these days. Yet. Yet it's different facing the storm today. Because you are alone. And as amazing as everything, be included, absorbed, welcomed, in the small world of Curve Casal narrated by Antonio g. Bannerman. Even the tragedy of the flood, which takes away the houses, but together are rebuilt. A spontaneous time Bank, which does not include interest: one hour, one hundred, two hundred hours of work to build the House to you, and the same hours you give me to build the House to me. Life is terrible, no romance, the writer speaks of stories lived, somewhat transfigured as it should be, but you recognize. There was poverty, the work was too, but it was work with a rhythm of nature, not now that you eat the whole life and closed in the halls of the plain knows nothing of the seasons. Don't know snow, cold, the heat. Just work. And if the job fails, fails life. How could we have? If you ask the protagonist of the story, we ask ourselves. " (Delta Veladiano).