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Il mito moderno del progresso. Filosoficamente considerato a partire dalla critica di Karl Kraus, Robert Musil, George Orwell, Ludwig Wittgestein e Georg Henrik von Wright - 9788854516380
di Jacques Bouveresse edito da Neri Pozza, 2018
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il mito moderno del progresso. Filosoficamente considerato a partire dalla critica di Karl Kraus, Robert Musil, George Orwell, Ludwig Wittgestein e Georg Henrik von Wright
- Autore: Jacques Bouveresse
- Editore: Neri Pozza
- Collana: Piccola biblioteca Neri Pozza
- Data di Pubblicazione: 2018
- Genere: filosofia occidentale moderna
- Argomenti : Filosofia contemporanea Progresso
- Pagine: 110
- Traduttore: Folin A.
- ISBN-10: 8854516384
- ISBN-13: 9788854516380
Il mito moderno del progresso. Filosoficamente considerato a partire dalla critica di Karl Kraus, Robert Musil, George Orwell, Ludwig Wittgestein e Georg Henrik von Wright: Intrisa di pensiero postmoderno, la nostra epoca potrebbe essere caratterizzata dal più completo scetticismo nei confronti delle grandi narrazioni della modernità, se una nozione non continuasse a dominare imperterrita la scena: la nozione di progresso. Non vi è discorso pubblico di uomini politici, tecnocrati, economisti, imprenditori e finanzieri in cui la parola «progresso» non ricorra come una speranza, un compito, un obbligo cui attenersi. Il dovere di servire il progresso è, insomma, la vera e propria parola d'ordine del nostro tempo, la fede da fare propria per non incorrere nell'esclusione da ogni agire pubblico. Già nel 1909, nel suo articolo intitolato "Der Fortschritt (Il progresso)", Karl Kraus denunciava il carattere vuoto e formale dell'idea di progresso: più che un reale movimento, essa indica l'«impressione del movimento», una sorta di punto di vista fatale per il quale, qualsiasi cosa facciamo, agiamo sempre sotto il riguardo del progresso e mai del regresso. Da Kraus a Musil, a Orwell, a Wittgenstein e a Georg Henrik von Wright si è sviluppato un ampio pensiero critico di tale idea che Jacques Bouveresse riprende e commenta in queste pagine per mostrare la totale insensatezza di una nozione per la quale «tutto ciò che si fa oggi di nuovo nelle nostre società, e anche tutto ciò che semplicemente si fa, è situato sotto il segno del progresso».
Imbued with postmodern thought, our age could be characterized by the most complete skepticism of the great narratives of modernity, if a notion did not continue to dominate the scene undaunted: the notion of progress. There is no public discourse of politicians, technocrats, economists, entrepreneurs and financiers in which the word 'progress' does not be used as a hope, a task, an obligation to abide by. The duty to serve progress is, in short, the real watchword of our time, the faith to be made of itself in order not to be excluded from all public action. As early as 1909, in his article entitled "Der Fortschritt (The Progress)," Karl Kraus denounced the empty and formal character of the idea of progress: rather than a real movement, it indicates the "impression of movement", a kind of fatal point of view for which, whatever we do, we always act under the regard of progress and never of regress. From Kraus to Musil, to Orwell, wittgenstein and Georg Henrik von Wright, a broad critical thought developed of this idea that Jacques Bouveresse takes up and comments in these pages to show the total senselessness of a notion for which "everything that is done today of n egg in our societies, and also everything that is simply done, is situated under the sign of progress."
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