Huê 1968. L'anno cruciale della sconfitta americana in Vietnam - 9788817101837

Huê 1968. L'anno cruciale della sconfitta americana in Vietnam: Il 1968 segnò un passaggio cruciale della storia moderna. E non solo per i moti studenteschi e gli omicidi di Martin Luther King e Robert Kennedy. In quell'anno, secondo il generale William Westmoreland, la guerra in Vietnam sarebbe dovuta entrare in una nuova fase, perché «le speranze del nemico erano alla fine». In un certo senso il comandante delle forze statunitensi aveva ragione, ma i piani dei Viet Cong non prevedevano la resa. La notte tra il 30 e il 31 gennaio, in corrispondenza del capodanno locale, il Fronte di liberazione nazionale diede il via a una vasta operazione militare divenuta celebre come offensiva del Tè't: alle due e trenta del mattino diecimila uomini scesero dalle montagne e conquistarono - oltre a centinaia di altri obiettivi considerati inespugnabili - la capitale intellettuale e culturale dei Paese, Huê. I comandi americani, però, rifiutarono di accettare la portata di una simile disfatta, e a lungo si ostinarono a mandare in avanscoperta piccole unità di marines, sistematicamente trucidati. Solo tempo dopo il tenente colonnello Ernest Cheatham avviò la riconquista della città, combattendo quartiere per quartiere. Ventiquattro giorni di scontri terrificanti, che alla fine costarono la vita a decine di migliaia di persone tra militari e civili. Quella di Huê fu di gran lunga la battaglia più sanguinosa dell'intera guerra, e cambiò per sempre l'approccio americano al conflitto: da allora, anziché di vittoria, si cominciò a parlare di disimpegno. Attraverso una mole di documenti senza precedenti e interviste a reduci di entrambi gli schieramenti, Mar
1968 marked a crucial step in modern history. And not just for the student movements and murders of Martin Luther King and Robert Kennedy. In that year, according to General William Westmoreland, the vietnam war was to enter a new phase, because "the enemy's hopes were at the end". In a way, the commander of the U.S. forces was right, but the Viet Cong's plans did not involve surrender. On the night of 30-31 January, on the local New Year's Eve, the National Liberation Front began an extensive military operation that became known as the Tea't offensive: at 2:30 a.m. ten thousand men descended from the mountains and they conquered - in addition to hundreds of other goals considered impregnable - the intellectual and cultural capital of the country, Hui. The American command, however, refused to accept the scope of such a defeat, and long persisted in sending in small units of marine corps, systematically slaughtered. Only some time later, Lieutenant Colonel Ernest Cheatham began the recapture of the city, fighting neighborhood by neighborhood. Twenty-four days of terrifying clashes, which eventually claimed the lives of tens of thousands of military and civilians. Huo was by far the bloodiest battle of the entire war, and forever changed the American approach to the conflict: since then, instead of victory, there has been talk of disengagement. Through an unprecedented array of documents and interviews with veterans from both sides, Mar