Aforismi - 9788884165992

Aforismi: A Parigi, dove giunge nel 1904, Brancusi partecipa a ogni avanguardia, frequenta Picasso, Modigliani, Rousseau, Delaunay, Léger, Tzara, Man Ray, è amico di Satie e Duchamp. Ma i legami sono personali, ai movimenti rimane esterno, non interviene sulle riviste, non sottoscrive dichiarazioni. E tuttavia lascia una singolare opera di pensiero sull'arte e sulle cose. Sono frasi che troviamo annotate su taccuini, fogli sparsi, pagine di cataloghi, o ricordate dagli amici e ricorrenti nelle interviste. E una materia di sostanza orale, sovente con il sapore della massima, fatta per essere tenuta a mente e ripetuta. La si chiama, per consuetudine, col nome di « aforismi ». Radicata nelle origini rumene, nella preistoria contadina e pastorale dei Carpazi, entra con colta consapevolezza nel dibattito artistico moderno. Brancusi ebbe con poeti e letterati relazioni di consuetudine, da Apollinaire a Radiguet. Il primo saggio sulla sua opera è scritto da Ezra Pound, e una lirica di Lucian Blaga, L'Uccello sacro, è forse il testo critico più significativo sulla Maiastra. A New York, nel 1926, è presentato da Paul Morand alla personale della Brummer Gallery. Nello studio di impasse Ronsin stava appeso il ritratto di Joyce, tra la gente di casa c'era Henry-Pierre Roche, e l'ultimo incontro importante sarebbe stato con Ionesco. Presentiamo, oltre agli Aforismi di Brancusi, alcuni degli scritti più significativi di letterati e artisti suoi contemporanei, dove tra ricordi dell'uomo e narrazioni di ambiente si aprono scorci sulla poetica di uno dei massimi artisti del Novecento.
In Paris, where it arrived in 1904, Brancusi join each forefront, attends Picasso, Modigliani, Rousseau, Delaunay, Leger, Tzara, Duchamp and Man Ray, is a friend of Satie. But the ties are personal, the movement remains outside, does not intervene in the magazines, does not endorse statements. And yet leaves a singular work of art and thinking about things. Are sentences that are annotated on notebooks, pages, pages of catalogs, or remember friends and applicants in interviews. And a matter of substance oral, often with the flavor of the utmost, meant to be kept in mind and repeated. The name, by custom, as ??aphorisms??. Rooted in Romanian peasant and pastoral, prehistoric origins of the Carpathians, enters with cultured awareness in modern artistic debate. Brancusi had with poets and writers, custom reports from Apollinaire to Radiguet. The first essay on his work is written by Ezra Pound, and a poem by Lucian Blaga, The sacred bird, is perhaps the most significant essay on's Maiastra. In New York, in 1926, is presented by Paul Morand to staff at the Brummer Gallery. In the study of impasse Ronsin was hung a portrait of Joyce, among the people of the House there was Henry-Pierre Roche, and the last important encounter would be with Ionesco. We present, in addition to Brancusi's Aphorisms, some of the writings of his contemporaries, where writers and artists between man's memories and narratives of environment open glimpses on the poetry of one of the greatest artists of the 20th century.