Questo buio feroce. Storia della mia morte - 9788860443878

Questo buio feroce. Storia della mia morte: Harold Brodkey aveva 66 anni quando l'AIDS lo condannò a una morte lenta ma inesorabile. Il primo annuncio della malattia, quello ufficiale, l'aveva affidato al New Yorker, la rivista alla quale collaborava da anni, in un articolo uscito nel 1993 col titolo "Storia personale. Ai miei lettori". Gli era costata fatica scriverlo, temeva non tanto la fine ma il giudizio perché morire di AIDS significava morire al di fuori di una tradizione, in una specie di silenzio. E ciò che Brodkey mal tollerò in tutta la sua vita fu proprio il silenzio, l'oblio, la privazione degli affetti, cosa che invece l'esistenza gli inflisse duramente. La malattia arrivò nel periodo più bello, un momento importante per la sua carriera, intenso per la storia d'amore con la compagna Ellen, magico perché creativo, vulcanico. Non avrebbe potuto desiderare di meglio quando la morte bussò alla sua porta e si mise "lì in corridoio" aspettando di portarlo con sé. "Questo buio feroce" è la sua pietra tombale, il racconto che celebra le conquiste di una vita nell'estremo, finale saluto; è l'abbraccio alla donna amata, un viaggio nei meandri della psiche e dell'emotività. Un libro di memorie che non lascia terrore, angoscia, dolore, ma solo pace perché la sua scrittura, in quei giorni cruciali, fu attraversata da una grazia splendente, uno stato lucido di comprensione e di pietà.
Harold Brodkey had 66 years when AIDS condemned him to a slow but inexorable. The first announcement of the disease, the official one, had entrusted to the New Yorker, the magazine which collaborated for years, in an article published in 1993 under the title "personal story. To my readers ". The cost effort writing it, he feared not the end but the judgement because dying of AIDS meant dying outside a tradition, in a kind of silence. And what Brodkey poorly tolerated in his whole life was just the silence, forgetfulness, loss of affection, whereas the existence inflicted upon him harshly. The disease came in time, an important moment for his career, intense for the love story with his partner Ellen, magical because creative, volcanic. Couldn't have wished for better when death knocked on his door and went "there in the corridor waiting to take it with you. "This dark fierce" is his tombstone, the tale that celebrates the achievements of a lifetime in the extreme, final salute; is the embrace to the beloved, a journey into the depths of emotion and psychology. A memoir that leaves no terror, anguish, pain, but only peace because his writing, in those crucial days, was crossed by a shiny, glossy State of grace sympathy and pity.