La buona educazione degli oppressi. Piccola storia del decoro - 9788832067019

La buona educazione degli oppressi. Piccola storia del decoro: È in corso da anni una guerra, combattuta tra le strade delle città, contro poveri, migranti, movimenti di protesta e marginalità sociali. Le sue armi sono decoro e sicurezza, categorie diventate centrali nella politica ma fatte della sostanza di cui son fatti i miti: Furio Jesi chiamava idee senza parole gli artifici retorici di questo tipo, con cui la cultura di destra vagheggia fantomatici «bei tempi andati» di una società armoniosa. Lo scopo è cancellare ogni riferimento di classe per delimitare un dentro e un fuori, in cui il conflitto non è tra sfruttati e sfruttatori ma tra noi e loro, gli esclusi, che nel neoliberismo competitivo da vittime diventano colpevoli: povero è chi non si è meritato la ricchezza. Il mendicante che chiede l'elemosina, il lavavetri ai semafori, il venditore ambulante, il rovistatore di cassonetti, dipinti come minacce al quieto vivere. I dati smentiscono ogni affermazione ma non importa, la percezione conta più dei fatti: facendo appello a emozioni forti, come la paura, o semplificazioni estreme, come il «non ci sono i soldi» per le politiche sociali, lo scopo delle campagne securitarie diventa suscitare misure repressive per instillare paure e senso di minaccia. A essere perseguita non è la sicurezza sociale, di welfare e diritti, ma quella che dietro la sacra retorica del decoro assicura solo la difesa del privilegio. Sotto la maschera del bello vi è il ghigno della messa a reddito: garantire profitti e rendite tramite gentrificazione, turistificazione, cementificazione, foodificazione. Wolf Bukowski ripercorre come l'adesione della sinistr
A war Has been going on for years, fought in the streets of cities, against poor people, migrants, protest movements and social marginalities. Its weapons are decorum and security, categories become central in politics but made of the substance of which are made the myths: Furio Jesi called ideas without words the rhetorical artifices of this type, with which the right culture wanders phantomatic "good Times Gone » of a harmonious society. The aim is to erase each class reference to delimit an inside and an outside, in which the conflict is not between exploited and explos but between us and them, the excluded, that in the competitive neoliberalism by victims become guilty: Poor is who has not deserved the Wealth. The beggar begging, the window washer at the traffic lights, the Hawker, the rovifier of bins, painted as threats to the quiet living. The data denies every statement but it does not matter, the perception counts more than the facts: appealing to strong emotions, like fear, or extreme simplifications, like the "There is no money" for social policies, the purpose of the Securitarian campaigns becomes Provoke repressive measures to instill fears and a sense of threat. To be pursued is not social security, welfare and rights, but that which behind the sacred rhetoric of decorum only ensures the defense of privilege. Under The Mask of beauty there is the sneer of the income: to guarantee profits and annuities through gentrification, turistification, Cementification, Foodification. Wolf Bukowski retraces How the accession of the left