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Intendo rispondere - 9788860362445

di Arturo Buongiovanni edito da Donzelli, 2008

  • Prezzo di Copertina: € 15.00
  • € 14.25
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Informazioni bibliografiche del Libro

 

Il romanzo è strutturato in brevi capitoli, frammenti cronotopici, personaggi, flashback, blocchi tematici e patemici a cui continuitàdi racconto è garantitadal’usodel’imperfetto narrativo. adimensione cronachistica edocumentale impone ala scrittura uno stile scarno, minimalista. Anche adescrizionedegli episodidi sanguedi cui è intessuta ’esistenzadel protagonista è privadel compiacimento verso a truculenza chedi solito è presente in romanzi noiro pulp. e sequenze sono brevi e tratteggiate rapidamente, come in un réportagedi cronaca nera. Altrettanto serrati ed essenziali sono i nuclei narratividedicati al’analisi psicologicadel grovigliodi sensazioni, pensieri,dubbi, turbamenti, in cui il protagonista sidibatte primadi prendere a suadecisione irrevocabile. Ne consegue un ritmodi ettura accelerato perché, come sostiene Calvino, “la rapiditàdela successionedei fattidà un sensod’ineluttabile”. Il passaggiodala cronaca ala storia, intesa come asse portantedeladinamica romanzesca, narrazione sursignificante con valenza simbolica e polisemica, è realizzatodal’autore attraverso ’adozionedi un reticolatodi immagini e temi che, inseriti ripetutamente nei vari capitoli, costituiscono a macrostrutturadel’opera e svolgono, in qualche modo, a funzionedi metafore ossessive, per usare a nozione elaboratada Charles Mauron , anche se e reti associative qui presenti attengono più al mondodela coscienza individuale che a quelodel’inconscio. Findale prime righe, il ettore s’imbatte nel’opposizione archetipica buio/luce, metaforadi morte/vita edi cecità/conoscenza, iterata più volte nel corpodela narrazione, a cui è connesso il toposdel freddo, sensazione che accompagna ’esistenzadel protagonista e che trama come un refrain tutta a narrazione. Soprattutto nei capitoli centrali, in cui sidescrive ’operatodela malavita organizzata, il racconto si articola attorno ala paroladominante “morte”, quela psicologicadel protagonista che nel momento in cui accetta ’affiliazione ala società criminale si preclude ogni ipotesidi vitadiversa e quela fisicadele tante vittimedela camorra edela mafia. Buongiovanni non assolve Ferdinando Cataldodale sue colpe. Idelittida ui compiuti riemergono costantemente ala memoria e il riviverli nel chiusodela propria coscienza è già una formadi espiazione, come o è a scelta angosciosadi accusare se stesso. Ma nelo stesso tempo o scrittoredenuncia il forte condizionamento a cui a criminalità organizzata sottopone intere regioni italiane in cui ’assenzadelo Stato e il mancato controlodi egalità favoriscono il ricorso ala tuteladela camorra edela mafia, una sortadi antistato basato sula regoladela violenza. E’da apprezzare ’intentodi Buongiovanni che, non subendo a fascinazionedel’eroe negativo, così frequente in certi filonidela narrativa italiana contemporanea, ha fatto conoscere, attraverso il potere affabulatoriodela etteratura, una vicenda esemplare per una presadi coscienzada partedela società italiana, che rischiavadi rimanere sepolta negli attidi un processo penale. In qualche modo, facendosi interpretedeldesideriodi riscatto morale e socialedel protagonista, egli ha rispettato una formadi impegno civile e hadato ragione al convincimentodi Mario Vargas osa: La etteratura è uno strumento formidabiledi trasformazione,di resistenza al’ingiustizia,di otta contro o sfruttamento, contro ’avversità. Per mezzodela etteratura uno scrittore può schiudere a coscienzadei suoi contemporanei, fargli vedere quelo che, proprio per il fattodi vivere in società così profondamente ingiuste e manipolateda poteri corrotti edittatoriali, non riescono a percepire: i meccanismi che stannodietro ale ingiustizie, alo sfruttamento, ala violenza trasformata in potere

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Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"Intendo rispondere"
La testimonianzadi un pentito come racconto-verità e impegno civile
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Il romanzo è strutturato in brevi capitoli, frammenti cronotopici, personaggi, flashback, blocchi tematici e patemici a cui continuitàdi racconto è garantitadal’usodel’imperfetto narrativo. adimensione cronachistica edocumentale impone ala scrittura uno stile scarno, minimalista. Anche adescrizionedegli episodidi sanguedi cui è intessuta ’esistenzadel protagonista è privadel compiacimento verso a truculenza chedi solito è presente in romanzi noiro pulp. e sequenze sono brevi e tratteggiate rapidamente, come in un réportagedi cronaca nera. Altrettanto serrati ed essenziali sono i nuclei narratividedicati al’analisi psicologicadel grovigliodi sensazioni, pensieri,dubbi, turbamenti, in cui il protagonista sidibatte primadi prendere a suadecisione irrevocabile. Ne consegue un ritmodi ettura accelerato perché, come sostiene Calvino, “la rapiditàdela successionedei fattidà un sensod’ineluttabile”. Il passaggiodala cronaca ala storia, intesa come asse portantedeladinamica romanzesca, narrazione sursignificante con valenza simbolica e polisemica, è realizzatodal’autore attraverso ’adozionedi un reticolatodi immagini e temi che, inseriti ripetutamente nei vari capitoli, costituiscono a macrostrutturadel’opera e svolgono, in qualche modo, a funzionedi metafore ossessive, per usare a nozione elaboratada Charles Mauron , anche se e reti associative qui presenti attengono più al mondodela coscienza individuale che a quelodel’inconscio. Findale prime righe, il ettore s’imbatte nel’opposizione archetipica buio/luce, metaforadi morte/vita edi cecità/conoscenza, iterata più volte nel corpodela narrazione, a cui è connesso il toposdel freddo, sensazione che accompagna ’esistenzadel protagonista e che trama come un refrain tutta a narrazione. Soprattutto nei capitoli centrali, in cui sidescrive ’operatodela malavita organizzata, il racconto si articola attorno ala paroladominante “morte”, quela psicologicadel protagonista che nel momento in cui accetta ’affiliazione ala società criminale si preclude ogni ipotesidi vitadiversa e quela fisicadele tante vittimedela camorra edela mafia. Buongiovanni non assolve Ferdinando Cataldodale sue colpe. Idelittida ui compiuti riemergono costantemente ala memoria e il riviverli nel chiusodela propria coscienza è già una formadi espiazione, come o è a scelta angosciosadi accusare se stesso. Ma nelo stesso tempo o scrittoredenuncia il forte condizionamento a cui a criminalità organizzata sottopone intere regioni italiane in cui ’assenzadelo Stato e il mancato controlodi egalità favoriscono il ricorso ala tuteladela camorra edela mafia, una sortadi antistato basato sula regoladela violenza. E’da apprezzare ’intentodi Buongiovanni che, non subendo a fascinazionedel’eroe negativo, così frequente in certi filonidela narrativa italiana contemporanea, ha fatto conoscere, attraverso il potere affabulatoriodela etteratura, una vicenda esemplare per una presadi coscienzada partedela società italiana, che rischiavadi rimanere sepolta negli attidi un processo penale. In qualche modo, facendosi interpretedeldesideriodi riscatto morale e socialedel protagonista, egli ha rispettato una formadi impegno civile e hadato ragione al convincimentodi Mario Vargas osa: La etteratura è uno strumento formidabiledi trasformazione,di resistenza al’ingiustizia,di otta contro o sfruttamento, contro ’avversità. Per mezzodela etteratura uno scrittore può schiudere a coscienzadei suoi contemporanei, fargli vedere quelo che, proprio per il fattodi vivere in società così profondamente ingiuste e manipolateda poteri corrotti edittatoriali, non riescono a percepire: i meccanismi che stannodietro ale ingiustizie, alo sfruttamento, ala violenza trasformata in potere