Sono puri i loro sogni. Lettera a noi genitori sulla scuola - 9788806236229

Sono puri i loro sogni. Lettera a noi genitori sulla scuola: Dal primo giorno di scuola, in cui mamme, papà, nonni e fratelli accompagnano in massa i bambini fino in classe scattando foto a raffica, neanche fossero a un concerto degli Stones, alle raccomandazioni per la mensa, che la stagionatura del Parmigiano, si sa, dev'essere almeno 38 mesi; dai pidocchi, che ogni anno proliferano sulle teste degli alunni generando ansie e sospetti, al kit di sopravvivenza per la gita, che prevede praticamente tutto tranne un gps satellitare. Matteo Bussola fa un ritratto divertito e serissimo della scuola di oggi, confrontandola con quella di quand'era piccolo lui. E si domanda perché abbiamo smesso di considerarla un luogo in cui imparare il rispetto per noi stessi e per gli altri. Con il tono caldo e intimo che è ormai la sua inconfondibile cifra, lo sguardo attento a ogni storia che incontra, parte dalla sua esperienza per scrivere una lettera a tutti noi, arrivando al cuore della nostra paura. Quella di «lasciar andare i nostri figli nel mondo, permettere che compiano i loro passi senza di noi».
From the first day of school, in which moms, dads, grandparents and brothers accompany the children en masse to the classroom taking pictures in bursts, not even at a concert of the Stones, to the recommendations for the canteen, that the seasoning of Parmesan, you know, must be at least 38 months; from lice, which proliferate every year on the heads of pupils generating anxieties and suspicions, to the survival kit for the outing, which provides practically everything except a satellite GPS. Matteo Bussola makes an amused and serious portrait of today's school, comparing it to that of when he was a child. And he wonders why we stopped seeing it as a place to learn respect for ourselves and for others. With the warm and intimate tone that is now his unmistakable figure, the attentive look at every story he encounters, starts from his experience to write a letter to all of us, reaching the heart of our fear. That of "letting our children go into the world, allowing them to take their steps without us."