Labirinto filosofico - 9788845928765

Labirinto filosofico: All'origine dei diversi discorsi, molti dei quali "alla moda", sulla "fine della filosofia" che, almeno da Nietzsche, caratterizzano tanto pensiero dell'Occidente, sta la "sentenza" hegeliana: che la philosophia cessi di chiamarsi "amante" e si affermi finalmente come puro sapere, Sophia ovvero Scienza. Amore e Sapere debbono dirsi addio. Che il "sophós" dismetta il suo abito di eterno pellegrino e fissi la sua dimora. E questo il destino della nostra epoca? O ancora vi è "ciò" che non possiamo esprimere, rappresentare, indicare se non amandolo? Il discorso filosofico-metafisico porta in sé la traccia di questa tensione, e proprio là dove affronta il suo problema, la sua aporia costitutiva: che l'ente è, che nella sua singolare identità mai coincide con le determinazioni che il lògos ne predica, che la sua sostanza non può disvelarsi nella finitezza del suo apparire. Ogni ontologia deve basarsi su questa differenza - non differenza tra essere ed essente, ma differenza immanente alla realtà dello stesso essente, e in particolare proprio di quello straordinario essente che ha corpo e mente. Oltre l'esercizio sempre più vacuo delle decostruzioni, oltre gli astratti specialismi, oltre le accademie e le scuole, sarà a tale problema, eterno "aporoúmenon", e al "timore e tremore" che suscita, che questo libro intende fare ritorno, ascoltando alcuni grandi classici della tradizione metafisica, per svilupparlo ancora una volta.
The origin of the various speeches, many of which are "trendy", "end of philosophy" that, at least by Nietzsche, characterize much of Western thought, is the judgment: the Hegelian philosophy ceased to be named "lover" and finally stating as pure knowledge, Sophia or science. Love and Know they must say goodbye. The "soph??s" dismetta his eternal Pilgrim dress and fixed his abode. And that the fate of our age? Or there is "this" cannot express, represent, indicate if not loving him? The philosophical-metaphysical discourse carries the trace of this tension, and precisely where he faces his problem, his aporia: the constitutive institution, which in its singular identity never coincides with the determinations which the logos it preaches, that its substance cannot unveiling in its finiteness. Each ontology must be based on this difference-difference between being and not having, but immanent to the difference of the same reality ", and in particular of that extraordinary having that body and mind. Besides the increasingly empty exercise of beyond the abstract Deconstructions, specializations, as well as academies and schools, will be in this issue, "aporo??menon", and the "fear and trembling" which raises, which this book intends to return, listening to some of the great classics of traditional metaphysics, to develop it again.