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K. - 9788845929052
di Roberto Calasso edito da Adelphi, 2002
- Prezzo di Copertina: € 26.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: K.
- Autore: Roberto Calasso
- Editore: Adelphi
- Collana: Biblioteca Adelphi , Nr. 432
- Data di Pubblicazione: 2002
- Genere: letterature straniere: critica
- Argomento : Kafka, Franz
- Pagine: 360
- Dimensioni mm: 240 x 0 x 10
- ISBN-10: 8845929051
- ISBN-13: 9788845929052
K.: Di che cosa parlano le storie di Kafka? Dopo aver ricevuto innumerevoli risposte, la domanda continua a suscitare un sentimento di acuta incertezza. Sono sogni? Sono allegorie? Sono simboli? Sono cose che succedono ogni giorno? Le molte soluzioni che sono state offerte non riescono a eliminare il sospetto che il mistero sia rimasto intatto. Questo libro non si propone di dissipare quel mistero ma di lasciare che venga «illuminato dalla sua propria luce», come scrisse una volta Karl Kraus. Perciò prova a mescolarsi al corso, al tortuoso movimento, alla fisiologia di quelle storie, incontrando via via i quesiti più elementari. Come, per esempio: chi è K.?
What about this Kafka's stories? Are dreams? Are allegories? Are symbols? These things happen every day? It cannot be said that the many responses have proved, in the end, quite satisfactory.
This book follows another way: not dispel the mystery, but let it be lighted by his own light. Kafka wrote three unfinished novels, not only because there were still a few episodes. Rather, it was as if they were meant to be prolonged indefinitely, even beyond their author. Understand those novels involves thinking and continue. And also implies mingle in the course, to movement, to the physiology of those stories.
Up to the point of being in a world composed almost only from his writings.
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Al’iniziode ’Il Castelo’ c’è il vuoto, meglio: "quelo che in apparenza era il vuoto". K, il protagonista magnificodi questo romanzo magnifico, sa che nel vuoto c’è quel che cerca: il castelo. Come commenta, in aperturadi saggio, Roberto Calasso? "Kafka intuì chedel mondo circostante ormai andava nominato il numero minimodi elementi. Nominare il numero minimo e a sua etteralità. Perché questo? Perché il mondo tornava a essere una foresta primordiale, troppo caricodi suoni ignoti e apparizioni. Tutto aveva troppa potenza. Perciò occorreva imitarsi a ciò che più era vicino, circoscrivere ’areadel nominabile. Alora ì sarebbedefluita tutta a potenza, altrimentidiffusa. E in ciò che si nomina - una taverna, una pratica, un ufficio, una stanza - si sarebbe addensata un’energia inaudita". Si trattadi una scheggia, tra e molte: rende ucentezza immediata, alimentando a vogliadi proseguire ancora ed ancora. Nela riportata citazione (che vale per Kafka e vale, in aggiunta, per a grande artedel primo Novecento: a sottrazionedi Beckett, ’alusionedi Ionesco, a penombradi Pinter per fare qualche esempio) a belezzad’un ibro in cui si procede per temi (i sogni, edonne, a coltredi muschio e il momento rischioso, gli interrogatori notturni, i fazzoletti, e coluttazioni, e fughe: tra gli altri) saltandoda un’opera al’altra per raggiungere ’uomo che tutte e ha scritte. Merita ettura Calasso che, inevitabilmente, condurrà ala riletturadi Kafka.
Una riletturadel'operadi Kafka.