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Aperture all'immaginario. Tra archeologia africana e incertezze - 9788822901095
di Giulio Calegari edito da Quodlibet, 2017
- Prezzo di Copertina: € 18.00
- € 17.10
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Aperture all'immaginario. Tra archeologia africana e incertezze
- Autore: Giulio Calegari
- Editore: Quodlibet
- Collana: Biblioteca Passaré
- Data di Pubblicazione: 2017
- Genere: arti
- Argomento : Archeologia africana
- Pagine: 153
- Dimensioni mm: 210 x 0 x 17
- ISBN-10: 8822901096
- ISBN-13: 9788822901095
Aperture all'immaginario. Tra archeologia africana e incertezze: Traendo frutto dalla sua lunga esperienza nel campo dell'archeologia africana, l'autore propone qui una nuova via metodologica all'interpretazione delle tracce materiali lasciate dalle più antiche culture. A essere ripensato, nei suoi metodi di lavoro ma soprattutto nel modo di guardare le testimonianze del passato, è proprio il mestiere dell'archeologo, nel suo confronto con le testimonianze "dimenticate" - dell'uomo preistorico, ma anche dell'uomo contemporaneo. È un approccio che tiene conto delle tracce "immateriali", più difficili da cogliere, ma inestimabili, pur nella loro fondamentale "incertezza", per chi ambisca a restituire una dimensione sensoriale più estesa alla ricostruzione del passato. Solo così è possibile ascoltare il racconto che anche i più modesti reperti - odorosi di fumo, di cibo e di terra - custodiscono, rivelando, al pari dell'arte, le tracce dell'"archeologia della bellezza" celata nell'immenso giacimento dell'umana quotidianità, anche in quella di un lontano passato senza memoria scritta. L'esperienza dell'invisibile e dei residui fantasmatici dell'uomo preistorico, inoltre, risulta di grande utilità materiale per l'antropologo, che può infatti riconoscere nel presente, in alcune abitudini e atteggiamenti - pratici quanto mentali - delle tribù del deserto, gli echi di un'antichità immemoriale.
Taking fruit from his long experience in the field of African archeology, the author proposes here a new methodology to the interpretation of the material traces left by ancient cultures. To be reconsidered, in its methods of work but especially in the way we look at the evidence of the past, it is the job of the archaeologist in his confrontation with the witnesses ' forgotten '-of the prehistoric man, but also of contemporary man. It is an approach that takes into account the intangible "tracks", harder to grasp, but invaluable, even in their fundamental "uncertainty" for anyone who aspires to return a size larger sensory to the reconstruction of the past. Just so you can listen to the story that even the most modest exhibits-odorous smoke, food and Earth-guard, revealing, like art, traces of "archaeology of beauty" in the immense human field everyday, even in that of a distant past without memory writing.
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