La ghigliottina. Riflessioni sulla pena di morte - 9788876984167

La ghigliottina. Riflessioni sulla pena di morte: È del 1766 il discorso dell'avvocato generale al Parlamento di Grenoble, Servan: «Drizzate le forche, accendete i roghi, portate il colpevole nelle pubbliche piazze, chiamatevi il popolo a gran voce: voi l'intenderete allora applaudire alla proclamazione dei vostri giudizi, come a quella della pace e della libertà: voi lo vedrete accorrere a questi terribili spettacoli come al trionfo della legge». Alla perorazione dell'avvocato, ripresa in seguito nei fatti e nel tono dal Terrore rivoluzionario, Albert Camus contrappone l'appello all'Europa: «Senza la pena di morte Gabriel Péri e Brasillach sarebbero forse ancora tra noi, e noi potremmo emettere senza vergogna un giudizio su di loro, secondo la nostra opinione, mentre invece sono essi che ora ci giudicano, e noi dobbiamo tacere». Sì, per il grande scrittore francese i condannati a morte ci giudicano, loro che già sono stati giudicati da una giustizia che si vuole definitiva e risarcitoria, senza comprendere che la simmetria degli omicidi annulla la possibilità stessa del risarcimento e della necessaria prevenzione dei delitti. La pena di morte non scoraggia gli assassini, si limita a moltiplicarli. A tal punto che «non è più la società umana e spontanea che esercita il suo diritto alla repressione, ma l'ideologia che, regnando, esige i suoi sacrifici umani». Un testo, quello di Camus, la cui attualità è vivissima, oggi che l'erogazione della morte per mano del boia è del tutto scomparsa in Europa ma rimane ancora nella piena disponibilità di Stati e comunità nei quali l'irriducibilità della vita umana sembra perdere il val
The Advocate General's speech is 1766 Parliament to Grenoble, Servan: "Direct the forks, light the funeral pyres, bring the guilty in public squares, the people call yourselves with a loud voice, you will hear then applaud to the proclamation of your evaluations, as to that of peace and freedom: you will see him come running to these terrible shows like the triumph of law. ' The peroration of the advocate, resuming later in fact and tone from revolutionary terror, Camus opposed the appeal to Europe: "without the death penalty would still among us Gabriel P??ri and Brasillach, and we could issue without shame a judgment on them, in our opinion, but it is they who judge us now, and we must be silent. " Yes, for the great French writer condemned men judge us, they already have been judged by a Justice who wants final and for damages, without understanding that the symmetry of the murders cancels the very possibility of compensation and necessary prevention of crimes. The death penalty does not deter murderers, simply multiply them. To such an extent that "no longer human society and spontaneous that exercises its right to repression, but the ideology that, ruling, requires its human sacrifices. ' A text, to Camus, whose news is lively, today that the disbursement of death at the hands of the executioner has disappeared in Europe but still remains in full readiness of States and communities in which the irreducibility of human life seems to lose the val