Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione - 9788883502422

Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione: Un grido si leva contro la sovranità perduta, contro le lettere da Bruxelles, i "compiti a casa" e le ingerenze di poteri lontani. L'unica strada per crescere sembra essere altro debito pubblico, l'uscita dall'euro appare non solo una minaccia credibile, ma un'eventualità percorribile. L'incauto e miope incedere tedesco minaccia di distruggere l'Europa dall'alto della propria visione del mondo, fatta di regole, parametri e percentuali. E intanto i governanti italiani, ligi e rispettosi ai dettami degli eurocrati di Bruxelles, sono conniventi col nemico. Sforare, disobbedire, alzare la voce rimane l'unica via sensata da percorrere, mentre la Germania, potenza egemone dell'Unione Europea, supremo guardiano dell'austerità, è il nostro carceriere. O forse no. Forse ci siamo raccontati la favola della Germania cattiva che ci obbliga a fare cose che ci fanno del male, perché, molto semplicemente, quelle cose non le vogliamo fare, o vogliamo assolverci dal non averle fatte, o vogliamo scaricare altrove la responsabilità delle nostre azioni. E se la Germania, anziché il nemico fosse in realtà un gigantesco alibi? Se anziché il problema fosse la sua soluzione?
A cry stands against the sovereignty lost, against the letters from Brussels, the "homework" and the interference of powers away. The only way to grow seems to be more debt, the exit from the euro appears not only a credible threat, but a passable. The misguided and shortsighted German pace threatens to destroy Europe from the top of one's own world view, made of rules, parameters and percentages. Meanwhile the Italian rulers, landers and respectful to the dictates of the Eurocrats of Brussels, are conniving with the enemy. Breaking, disobey, raise your voice remains the only sensible way to go, while Germany, hegemon of the European Union, the supreme guardian of austerity, it is our jailer. Or maybe not. Maybe we recounted the tale of Germany bad that forces us to do things that hurt us, because, quite simply, those things we want to do, or want to absolve us from not having done, or want to offload responsibility for our actions. And if Germany, rather than the enemy was actually a giant alibi? If instead the problem was your solution?