D'amore non si muore - 9788849861440

D'amore non si muore: Lino Capolicchio, oltre a essere un grandissimo attore, ha avuto anche una grande fortuna. Quella cioè di aver vissuto un'epoca irripetibile in Italia: gli anni Sessanta e Settanta. Un periodo in cui si è assistito nel mondo a una rivoluzione etica ed estetica senza precedenti, che ha coinvolto qualsiasi campo (dalla politica alla filosofia, dal cinema alla musica, dall'arte al teatro, dalla letteratura all'architettura). Lino Capolicchio, prima che attore, è stato in quegli anni favolosi un'icona emblematica. E il suo memoir ne è una testimonianza toccante e perfetta. Soprattutto quando Lino analizza con penna felice certi incontri straordinari: da Sergio Tofano a Giorgio Strehler, da Anna Magnani a Vittorio De Sica e a Pier Paolo Pasolini, da Federico Fellini ai Beatles e a Carmelo Bene e a Fabrizio De André... In questo caso l'attore smette di raccontarsi, per farci vedere da vicino figure straordinarie. E i suoi incontri "in prima persona" sono rievocati in modo cinematografico: molto visivi, soprattutto poco narrativi e molto simili per struttura a un montaggio sbarazzino di tanto cinema amato e per fortuna mai dimenticato della Nouvelle Vague. All'occhio dell'artista Capolicchio non sfugge un dettaglio, un tic nascosto, tutti segni che disvelano meglio la propria anima. È infatti il retroscena dell'artista e dell'uomo di turno che interessa a Capolicchio. Ciò che non è sulla scena, ciò che è dietro la scena, ciò che non è inquadrato da alcun riflettore, ma che fonda e giustifica l'intero percorso, poiché ne è il motivo principale, il movente sotteso, sconosciuto e inc
Lino Capolicchio, in addition to being a great actor, also had a great fortune. That is to say to have lived a once-in-a-lifetime era in Italy: the sixties and seventies. A period in which there was an unprecedented ethical and aesthetic revolution in the world, involving everything from politics to philosophy, from cinema to music, from art to theatre, from literature to architecture. Lino Capolicchio, before that actor, was in those fabulous years an emblematic icon. And his memoir is a touching and perfect testimony. Especially when Lino analyzes with happy pen certain extraordinary encounters: from Sergio Tofano to Giorgio Strehler, from Anna Magnani to Vittorio De Sica and Pier Paolo Pasolini, from Federico Fellini to the Beatles and to Carmelo Bene and Fabrizio De André... In this case the actor stops telling each other, to show us up close extraordinary figures. And his encounters "in the first person" are recalled in a cinematic way: very visual, especially unnarrativeal and very similar in structure to a jaunty montage of so much beloved and fortunately never forgotten cinema of the Nouvelle Vague. In the eye of the artist Capolicchio does not escape a detail, a hidden tic, all signs that better unravel their soul. It is in fact the backstory of the artist and the man on duty who interests Capolicchio. What is not on the scene, what is behind the scene, what is not framed by any reflector, but that bases and justifies the whole path, since it is the main reason, the underlying motive, unknown and inc