Confini-Borders. Ediz. illustrata - 9788899670023

Confini-Borders. Ediz. illustrata: Nel libro Confini/Borders, Angela Capurso si serve della scrittura e della fotografia come linguaggio duale e strumento di ricerca per far luce sulle fragili tracce di transiti e migrazioni del passato lungo la Murgia, il vasto e silenzioso territorio mediano tra Puglia e Basilicata, sin dall'epoca preistorica. Dalla paleosuperficie di Cava Pontrelli e gli ipogei carsici di Lamalunga (Altamura), alle cave di tufo di Matera, al castello sconosciuto di Garagnone (Poggiorsini), alle testimonianze scomode di "archeologia militare", come il Campo profughi (Altamura-Gravina) e le Basi missilistiche della Guerra Fredda, fino all'utopia della riforma fondiaria (Borgo Taccone, Irsina): una terra di indistinti confini su cui hanno soffiato i venti deboli e forti della storia. Più che fisico, il confine è un luogo metafisico. Mentre muri e recinzioni raccontano l'esclusione, al contrario, il senso etimologico di limite comune richiama il luogo simbolico dove si finisce insieme, punto di incontro reciproco. Eppure per chilometri si può non incontrare nessuno, tra paesaggi che lasciano poco spazio all'interpretazione soggettiva. Se mai provano a interpretare noi.
In the book Boundaries/Borders, Cameron uses writing and photography as dual language and search tool to shed light on the fragile traces of journeys and migrations of the past along the Murgia, the vast and silent median territory between Apulia and Basilicata, since prehistoric times. From the tombs of palaeo-surface Karst Cave of Lamalunga Parra and (Abbas), Tuff quarries of Matera, the castle of Garagnone (Poggiorsini), awkward evidence "military archaeology", as the refugee camp (Altamura-Gravina) and cold war rocket bases, until the utopia of land reform (Borgo Taccone, Irsina): a land of indistinct boundaries that weak and strong winds blew the story. More than physical, the border is a metaphysical place. While walls and fences tell the exclusion, on the other hand, the etymological sense of common limit invokes the symbolic place where you end up together, mutual meeting point. Yet for kilometers can you not meeting anyone, through landscapes that leave little room for subjective interpretation. If you ever try to interpret us.