L'occhio e la voce. Pier Paolo Pasolini e Italo Calvino fra letteratura e antologia - 9788846751881

L'occhio e la voce. Pier Paolo Pasolini e Italo Calvino fra letteratura e antologia: A metà degli anni Cinquanta del Novecento, Pier Paolo Pasolini e Italo Calvino riaccendono il dialogo fra letteratura e antropologia, illuminando un nuovo panorama di avvicinamenti, collaborazioni e immancabili distanze fra scrittori, etnologi, demologi e folkloristi. Pasolini allestisce il Canzoniere italiano con scrupolo specialistico e attenzione filologica, ma non senza raffinati accorgimenti poetici d'autore. Calvino, invece, riscrive le fiabe della tradizione regionale, dotandole di una letterarietà contemporanea. Diversi fra loro e diversamente instradati sui binari della moderna demologia, i due scrittori recuperano in termini estetici il testimone del passato, ma vanno ben oltre. Il "Canzoniere italiano" e le "Fiabe italiane", infatti, non sono soltanto indispensabili raccolte di reperti demologici superstiti - e, comunque, già fantasmi in una società sempre più mediatica e spersonalizzante -, ma veicolano con forza un messaggio civile e letterario ineludibile. Entrambe le opere mirano così a ricostruire il tessuto identitario dell'Italia del dopoguerra e portano alla luce il carattere unitario del suo popolo attraverso la varietà dei canti e delle fiabe tradizionali, proposti nuovamente a un altrettanto nuovo pubblico di lettori, fra intenti conservativi e volontà restitutive.
In the mid-1950s, Pier Paolo Pasolini and Italo Calvino rekindle dialogue between literature and anthropology, illuminating a new panorama of approaches, collaborations and inevitable distance between writers, ethnologists, demologi and folklorists. Pasolini Italian Songbook with specialized and serves a philological attention, but not without scruple refined poetic devices. Calvino, instead, it rewrites the traditional regional cuisine, providing them with a contemporary literary character. Different from each other and otherwise routed on the tracks of modern Demonology, the two writers will recover in aesthetic terms the witness of the past, but far beyond. The Italian "Chansonnier" and the "Italian fairy tales" are not only indispensable collections of demological finds survivors? and, anyway, already ghosts in an increasingly media and depersonalizing?, but forcefully convey a civil and literary message inescapable. Both works are intended so to rebuild the fabric of identity of postwar Italy and bring to light the unitary nature of his people through the variety of songs and traditional tales, proposed again to an equally new audience of readers, between conservative and intent will restorative.