Collini. Ediz. illustrata - 9788878474963

Collini. Ediz. illustrata: "L'attualità è il momento di oscurità tra un lampeggio e l'altro del faro, l'istante del silenzio nell'etichettare di un orologio: è uno spazio vuoto che scivola tra le maglie del tempo, il punto di rottura tra passato e futuro: è l'intraferro ai poli di un campo magnetico rotante, infinitesimale ma pur sempre reale. Essa è l'intervallo intercronico quando niente accade. È il vuoto che separa gli eventi. Eppure l'istante attuale è tutto quanto possiamo conoscere direttamente. Il resto del tempo emerge soltanto sotto forma di segnali che ci vengono trasmessi in questo istante attraverso innumerevoli stadi e impensati vettori. Sembra che George Kubler, in "La forma del tempo. La storia dell'arte e la storia delle cose" (Einaudi, 2002, p. 25), stia descrivendo l'opera di Paolo Collini: quadri che sono il disvelarsi di palcoscenici di un reale frammentato e ricomposto, sequenze di un eterno presente, che emergono però da una dimensione che in qualche modo, a pelle, sentiamo intrusi. La prima impressione è la nostra estraneità a quanto stiamo vedendo, come su di uno schermo, come in uno specchio - non a caso Collini ama usare il gioco dei rispecchiamenti -, come se avessimo sorpreso luoghi e spazi che non solo non ci appartengono, ma ci sono, in qualche modo, preclusi. Da qui quel brivido di sorpresa che ci obbliga al silenzio, all'attenzione, per verificare il nostro impaccio a sostare, a vedere meglio per poi capire..." (Marzio Dell'Acqua)
"The news is the moment of darkness each Flash and the other of the lighthouse, the moment of silence in the label of a clock: is an empty space that slips through the net of the time, the breaking point between past and future: is the air gap at the poles of a rotating magnetic field, infinitesimal but nevertheless real. It is the interval intercronico when nothing happens. And the void that separates the events. Yet the present instant is everything we can know directly. The rest of the time emerges only in the form of signals that are transmitted at this moment through countless stadiums and undreamed-of vectors. It seems that George Kubler, in "the shape of time. The history of art and the history of things "(Einaudi, 2002, p. 25), is describing the work of Paolo Collini: paintings that are the unveiling of the stages of a real fragmented and reassembled, sequences of an eternal present, which emerge from a dimension that somehow, in skin, feel intruders. The first impression is our foreignness as we are seeing, how about a screen, as in a mirror--not surprisingly Collini likes to use the play of reflections-as if we had surprised places and spaces that not only don't belong there, but there are somehow precluded. From here the thrill of surprise that forces us into silence, with care, to verify our predicament to linger, to see best to then figure out ... " (Marzio Dell'Acqua)