Regolazione del lavoro. Dopo l'era dell'instabilità - 9788823015609

Regolazione del lavoro. Dopo l'era dell'instabilità: Il lavoro è cambiato. Ma non è cambiato in modo adeguato il modo di regolarlo per affrontare con efficacia i nuovi problemi che sono proposti dai cambiamenti in corso. In questo volume viene mostrato il deficit di regolazione che connota il sistema sociale italiano: dalle relazioni industriali e dalla contrattazione, fino alla rappresentanza e alla carenza di un disegno ampio di protezione sociale capace di includere il lavoro instabile e precario. Nello stesso tempo viene rilevata la difficoltà di fornire risposte efficaci alle aspettative dei lavoratori (che riguardano tanto l'attesa di una migliore qualità del lavoro che la domanda di maggiore stabilità) da parte delle organizzazioni di rappresentanza: in modo particolare di quelle che si muovono nella sfera politica. Il mondo del lavoro immerso nell'economia globale manifesta una crescente insicurezza e richiede soluzioni meno congiunturali. In questa chiave l'autore propone l'esigenza di un nuovo patto sociale, capace di aggiornare un compromesso durevole ed efficace tra gli interessi delle imprese e le ragioni del lavoro, e più in generale tra democrazia e mercato.
The work has changed. But nothing has changed appropriately how to adjust it to effectively address the new problems that are posed by ongoing changes. In this volume shows the adjustment deficit that characterizes the Italian social system: from labour relations and bargaining, to the representation and the lack of a broad social protection capable of design include work unstable and precarious. At the same time is difficult to provide effective responses to the expectations of workers (which concern both the expectation of a better quality of work that the demand for more stability) representative organizations: especially those who move in the political sphere. The world of work immersed in the global economy showed a growing insecurity and requires less economic solutions. In this key, the author proposes the need for a new social contract, able to update a durable and effective compromise between the interests of companies and the reasons for the work, and more generally between democracy and the market.