Le opere. Vol. 9: La libertà dell'uomo - 9788869332876

Le opere. Vol. 9: La libertà dell'uomo: Questo commento di N. Casalini alla 'Lettera a Teodoro, ingegnere, sulla Provvidenza, il Fato e ciò che dipende da noi', scritta da Proclo, il più noto filosofo della 'Scuola di Atene' e ultimo vertice speculativo della filosofia greca (410-483 d. Cr.), è in realtà un discorso per spiriti forti, abituati a rivedere e, se necessario, ad abbattere con coraggio tutti i sommi principi del sapere umano per ristabilire il vero e ricondurre entro più giusti termini il senso da dare alla cosiddetta 'libertà dell'uomo'. Questa, per il giovane Teodoro, ingegnere meccanico, era solo un nome vuoto, che non indicava niente in un mondo da lui immaginato come una gigantesca macchina con ruote a ingranaggio, governata da un Fato ineludibile, anche se provvidenziale. Una opinione, questa, non dissimile da quella che attualmente prevale e che l'anziano filosofo platonico tenta invano di correggere e rettificare ponendo il Dio a principio di tutto, che governa il mondo con la sua Provvidenza, a cui è subordinato lo stesso Fato, che opera nella natura e nell'ordine umano. Dunque, i due contendenti concordano nell'essenziale che tutto ciò che accade è secondo l'ordine della necessità naturale, che per l'uno è 'fatale' e per l'altro 'provvidenziale'. Quindi, per il primo la libertà è un niente. Per il secondo si riduce al minimo denominatore: come libertà nella scelta in ciò che è in noi, perché tutto il resto, che è fuori di noi, non dipende da noi ma da altri, o da cause cosmiche e naturali,
This comment by # Carabini the ' Letter to Teodoro, engineer, Providence, fate and what depends on us ', written by Proclus, the most famous philosopher of ' school of Athens ' speculative and last Summit of Greek philosophy (410-483 d. Cr.), is actually a speech for strong spirits, who are used to review and, if necessary, to break down with courage all the Chief principles of human knowledge in order to restore the true and due within more right terms the way to give the so-called ' freedom of man '. This, for the young Teodoro, mechanical engineer, was only an empty name, which did not indicate anything in a world that he imagined as a giant machine with gear wheels, ruled by an inescapable Fate, although providential. An opinion, this, not unlike that which currently prevails and that elder Platonic philosopher tries in vain to correct and rectify putting God in principle that rules the world by his Providence, to which shall be subject the same fate, which operates in nature and in the human order. Therefore, the two contenders agree essentially that everything that happens is in the order of natural necessity, which one is ' fatal ' and the other ' providential '. Then, for the first freedom is nothing. For the second one minimizes denominator: how freedom of choice in what is in us, because everything else, that is around us, does not depend on us but by others, or from cosmic and natural causes,