Pietre che parlano. Raccontare Pistoia - 9788861557826

Pietre che parlano. Raccontare Pistoia: Il filosofo e geografo Franco Farinelli ci ricorda oggi due cose importanti: la prima è che la modernità illuminista ha separato la città materiale (le pietre e i muri della urbs) dallo spirito che anima quella città (la civitas dei cittadini); la seconda è che S. Agostino chiamava gli abitanti della città "pietre vive". Ci è sembrato importante, in occasione di Pistoia "Capitale della Cultura 2017", tornare a osservare questa città discreta, appartata, conosciuta e apprezzata soprattutto dagli appassionati di arte, meno dalla grande comunicazione mediatica. Anziché descriverla nel suo aspetto esteriore, abbiamo pensato di ritrarla attraverso l'immaginario che le sue pietre nascondono, grazie ai racconti che lei ispira: appunto per stanarla, per scoprire quali idee e quali sentimenti si celino dietro questa posizione defilata. Il ritratto compiuto dai due autori collettivi, nati dai laboratori di scrittura che tengo al Centro Culturale "Il Funaro", credo sia molto interessante: è quello di una città sensibile al passato, per la quale la memoria ha un peso notevole - sia essa medioevale, dell'800, del primo '900 o della Resistenza -; una città sensibile alle differenze e agli emarginati - i portatori di handicap, i barboni, i nomadi, gli omosessuali -; una città sensibile alle piccole cose della vita quotidiana - quella che Georges Perec chiamava "l'infraordinario", ritratta magistralmente da Eric Rohmer in tanti film -; una città sensibile, come è noto, all'arte antica e contemporanea, e al teatro; una città sensibile all'amore, ai suoi incanti e ai suoi fallimenti; una cit
The philosopher and geographer Franco Farinelli reminds us today of two important things: the first is that Enlightenment modernity separated the material city (the stones and walls of the urbs) from the spirit that animates that city (the civitas of the citizens); the second is that St. Augustine called the inhabitants of the city "living stones." It seemed important to us, on the occasion of Pistoia "Capital of Culture 2017", to return to observe this discreet, secluded city, known and appreciated above all by art lovers, less so by the great media communication. Instead of describing her in her outward appearance, we decided to portray her through the imagery that her stones hide, thanks to the stories she inspires: precisely to flush her out, to find out what ideas and feelings lie behind this secluded position. I think the portrait made by the two collective authors, born from the writing workshops that I hold at the "Il Funaro" Cultural Center, is very interesting: it is that of a city sensitive to the past, for which memory has a considerable weight - be it medieval, of the 800s, of the early '900 or of the Resistance -; a city sensitive to differences and marginalized people - the handicapped, the homeless, the nomads, the homosexuals; a city sensitive to the little things of everyday life - what Georges Perec called "the infraordinary", masterfully portrayed by Eric Rohmer in many films -; a city sensitive, as is well known, to ancient and contemporary art, and to the theater; a city sensitive to love, its charms and its failures; A city